Siccità, neve dimezzata e Po con un deficit del 61%: Legambiente si appella al governo

Continua a squillare l'allarme siccità: con la neve dimezzata sulle Alpi e il Po ai minimi storici, Legambiente si rivolge al governo Meloni.

Siccità, neve dimezzata e Po con un deficit del 61%: Legambiente si appella al governo

Il nostro caro e vecchio Stivale pare essere avviato a tutta velocità verso uno scenario che abbiamo già avuto modo di assaggiare meno di un anno fa: l’allarme siccità continua a squillare, forte e inappellabile. La situazione, inutile indorare la pillola, sta assumendo connotati sempre più tragici: la neve sulle Alpi è dimezzata (-53% rispetto alla media), i laghi e i fiumi – specialmente nell’Italia del Nord – sono in una condizione di forte sofferenza, stritolati in una secca che ricorda quella della scorsa estate (peccato che siamo a febbraio) e il Po in particolare che fa registrare un deficit del 61%. Di nuovo – la situazione è complicata. Legambiente, dati alla mano, ha deciso di rivolgere un appello al governo Meloni.

La strategia di Legambiente: 8 punti per combattere la crisi idrica

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Nulla di nuovo sul fronte occidentale, direte voi. Non avete tutti i torti, lo ammettiamo: di notizie sul livello del Po, pericolosamente basso da ormai un anno a questa parte, avrete senz’altro avuto modo di leggerle; e d’altro canto sulle nostre pagine abbiamo ampiamente avuto modo di raccontarvi di come la crisi idrica dello scorso anno non sia mai stata propriamente debellata tanto da rendere le operazioni di semina del grano di novembre una “scommessa”.

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Ma torniamo all’appello di Legambiente alle autorità governative: l’Italia, secondo l’OMS, nel complesso un Paese a stress idrico medio-alto poiché utilizza il 30-35% delle sue risorse idriche rinnovabili, con un incremento del 6% ogni 10 anni. L’approvvigionamento idrico, sostiene l’associazione, dovrebbe essere dunque una priorità da affrontare con interventi di breve, medio e lungo periodo che favoriscano un adattamento alla sfida del riscaldamento globale e al contempo vadano a tamponare sprechi e carenze.

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Una strategia che si puntella su di 8 pilastri: una “road map non più rimandabile che abbia come obiettivo la riduzione dei prelievi e degli usi dell’acqua in tutti i suoi settori”, dice l’associazione. Vediamoli insieme:

  1. Favorire la ricarica controllata della falda facendo in modo che le sempre minori e più concentrate precipitazioni permangano più a lungo sul territorio invece di scorrere velocemente a valle fino al mare.
  2. Prevedere l’obbligo di recupero delle acque piovane con l’installazione di sistemi di risparmio idrico e il recupero della permeabilità e attraverso misure di de-sealing in ambiente urbano; in agricoltura prevedendo laghetti e piccoli bacini.
  3. Servono interventi strutturali per rendere efficiente il funzionamento del ciclo idrico integrato e permettere le riduzioni delle perdite di rete e completare gli interventi sulla depurazione.
  4. Implementare il riuso delle acque reflue depurate in agricoltura attraverso le modifiche normative necessarie.
  5. Occorre riconvertire il comparto agricolo verso colture meno idroesigenti e metodi irrigui più efficienti.
  6. Utilizzare i Criteri Minimi Ambientali nel campo dell‘edilizia per ridurre gli sprechi.
  7. Favorire il riutilizzo dell‘acqua nei cicli industriali anche per ridurre gli scarichi inquinanti.
  8. Introdurre misure di incentivazione e defiscalizzazione in tema idrico, come avviene per gli interventi di efficientamento energetico, per tutti gli usi e per tutti i settori coinvolti.