Spreco alimentare: se fosse un paese sarebbe il terzo produttore mondiale di gas serra

Una ricerca ha dimostrato che se lo spreco alimentare fosse un paese, sarebbe il terzo produttore mondiale di gas serra.

Spreco alimentare: se fosse un paese sarebbe il terzo produttore mondiale di gas serra

Uno studio realizzato da FareShare ha sottolineato come lo spreco alimentare, se fosse un paese, potrebbe essere il terzo più grande produttore di gas serra a livello mondiale.

Secondo FareShare la questione collegata agli sprechi alimentari è stata del tutto ignorata durante la recente Conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (COP26). Anzi: parlando del solo Regno Unito, ha rivelato che lo spreco alimentare rappresenta il 6-7% di tutte le emissioni di gas serra della Gran Bretagna.

Sempre in questo paese, 2 milioni di tonnellate di cibo vengono sprecate passando dalle fattorie alle industrie. Per ovviare a questo problema, ecco che l’azienda sta cercando di promuovere un progetto di ridistribuzione dei prodotti in eccedenza a enti di beneficenza in tutto il paese.

cibo sprecato

Un report realizzato in collaborazione con Carbon Trust ha sottolineato che per ogni tonnellata di cibo redistribuita ad altri, anziché semplicemente sprecarla, si possono risparmiare circa 1,6 tonnellate di anidride carbonica.

Ma da dove arriva questa CO2 nascosta? In pratica deriva dall’energia che viene utilizzata per coltivare, raccogliere, imballare e trasportare questo cibo. Lo studio ha affermato che dalle 6.699 tonnellate di cibo sprecato che sono state riutilizzate da FareShare, è stato realizzato un risparmio di anidride carbnica di 10.698 tCO2e.

Di questo numero, latticini e verdura rappresentano il 51,2% del totale, mentre piatti pronti, frutta e carne rappresentano rispettivamente più del 5% del totale. Dallo studio è anche emerso che, per ogni tonnellata di cibo ridistribuita, si eviterà una perdita di 1.525.000 litri di acqua, utilizzata durante tutte le fasi di produzione. Si parla di un totale di acqua risparmiata di 10.216.904 m3 per quanto riguarda il progetto di FareShare.

James Persad, Head of Marketing and Engagement di FareShare, ha ribadito come questi dati di Carbon Trust dimostrino che, dalla prospettiva del risparmio di anidride carbonica e acqua, la miglior destinazione per il cibo commestibile rimane sempre il piatto delle persone.

Ha poi continuando sottolineano che, anche togliendo dal quadro tutti gli altri grandi emettitori, la sola produzione di cibo provocherebbe un rialzo della temperatura terrestre di 1,5 gradi.

E nonostante tutto ciò, alla COP26 non si è praticamente parlato di sprechi alimentari. Produrre cibo implica un grande dispendio di risorse: è straziante vedere sprecate in tal modo tutta l’energia e l’acqua usate per creare alimenti.

In questo momento si stima che circa 2 milioni di tonnellate di cibo perfettamente edibile vengano sprecate nelle fattore del Regno Unito, anche perché per loro è ancora più economico inviare quel cibo nelle discariche o alle industrie di produzione di mangimi al posto che inviarlo ad enti di beneficenza.