Non è un segreto che lo Sri Lanka si trovi in pessime acque: il Paese sta attraversando una gravissima crisi economica con un tasso di inflazione che sfiora il 30%, accompagnata di fatto da una preoccupante carenza di cibo. In questo contesto, il ministro dell’Agricoltura locale Mahinda Amaraweera si è rivolto agli agricoltori ordinando loro di coltivare più riso per allontanare lo spaventoso spettro della fame.
Una situazione causata in primis dal divieto imposto nell’aprile 2020 su tutti i fertilizzanti chimici, che ha drasticamente ridotto i raccolti, e poi dal fatto che le riserve di valuta estera – necessarie a pagare le importazioni fondamentali come cibo, medicine, carburante e gli stessi fertilizzanti – si sono esaurite: basti pensare che, stando alle stime del nuovo primo ministro Ranil Wickremesinghe, saranno necessari almeno 600 milioni di dollari per importare dei fertilizzanti e stimolare la produzione alimentare. Un’operazione che, secondo alcuni esperti, è però destinata a fallire: al di là della mancanza di denaro, infatti, i prodotti importati arriverebbero troppo tardi, con il ciclo della vegetazione già pressoché ultimato.
A tal proposito Buddhi Marambe, professore di agricoltura presso l’Università di Peradeniya, ha affermato che alcune aree perderanno più del 50% della resa complessiva a prescindere dagli interventi governativi. “Se anche il fertilizzante dovesse arrivare oggi sarebbe comunque troppo tardi” ha spiegato.