Starbucks: Howard Schultz si dimette dalla carica di CEO prima del previsto

A quanto pare Howard Schultz ha deciso di abbandonare la sua carica di CEO di Starbucks prima del previsto. Che c'entri forse l'imminente udienza col Senato per parlare della questione sindacalizzazione?

Starbucks: Howard Schultz si dimette dalla carica di CEO prima del previsto

Starbucks ha appena annunciato che Howard Schultz, il CEO ad interim, si dimetterà dalla sua carica prima del previsto, lasciando così il posto anzitempo a Laxman Narasimhan. In realtà da mesi si parla di questo cambio al vertice, ma a quanto pare l’azienda ha deciso di anticipare un po’ le cose. Che c’entri forse il fatto che fra meno di due settimane Howard Schultz dovrà rendere conto al Senato delle pratiche antisindacali di Starbucks?

Perché Howard Schultz va via da Starbucks prima del tempo?

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Questa è la terza volta che Schultz si dimette dal suo ruolo di CEO di Starbucks. La prima volta venne assunto nel 1982 come direttore marketing, salvo poi dimettersi dalla carica di amministratore delegato nel 200, ma rimanendo comunque presidente della società. Nel 2008, a causa del calo delle vendite, ecco che licenziò l’allora amministratore delegato, riprendendone il ruolo e cominciando ad espandersi in Asia.

Nel 2017, per la seconda volta, abbandonò la carica di CEO, salvo poi riprenderla nel 2022 in attesa che Narasimhan gli desse il cambio. Quindi da tempo si sa che Narasimhan avrebbe preso il suo posto e che Schultz si sarebbe dimesso dal suo ruolo di CEO.

Quello che fa pensare, invece, è la decisione repentina di andarsene prima del previsto. E vista l’imminente audizione in Senato e tutte le polemiche scatenate dalla politica antisindacalizzazione dell’azienda, è inevitabile pensare che i due fatti siano collegati. Che Starbucks presagisca il peggio e abbia voluto allontanare prima Schultz per cercare di pararsi un po’ nel caso di parere sfavorevole del Senato?

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Il fatto è che con la storia dei sindacati Schultz e Starbucks non ci hanno fatto una bella figura. Da sempre Schultz si è opposto ai sindacati, tanto che quando è tornato in carica per la seconda volta, i sindacati hanno raddoppiato i loro sforzi. E Starbucks ha fatto altrettanto per frenarli, arrivando a chiudere alcuni locali (anche se ufficialmente non sono mai stati chiusi a causa dei sindacati, ma per presunti problemi di sicurezza pubblica) e licenziano il personale aderente ai sindacati.

Proprio il sindacato di Starbucks, Starbucks Workers United, ha rivelato che l’azienda attua pratiche antisindacali aggressive, licenziando i dipendenti che fanno parte dei sindacati e chiudendo gli store a favore dei sindacati.

Proprio a inizio mese, un giudice federale aveva sentenziato che Starbucks aveva violato le leggi sul lavoro “centinaia di volte”. A questo punto ecco che il senatore del Vermont, Bernie Sanders, che fra l’altro presiede la commissione del Senato che si occupa di questioni inerenti il lavoro, ha passato settimane a chiedere che Schultz comparisse in un’udienza pubblica per rispondere alle domande su queste pratiche. E Starbucks ha accettato solamente perché Sanders era pronto a citare in giudizio formalmente l’amministratore delegato ad interim.

Ecco dunque che il 29 marzo Schultz dovrà presentarsi in Senato.