Stati Uniti, approvato il primo vaccino al mondo per le api

Gli Stati Uniti hanno approvato il primo vaccino al mondo per le api: l'obiettivo è quello di contrastare la cosiddetta "peste americana".

Stati Uniti, approvato il primo vaccino al mondo per le api

Il primo vaccino al mondo per le api arriva dall’altra parte dell’oceano: il dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti d’America ha infatti di recente approvato in maniera ufficiale l’impiego di un vaccino sviluppato dall’azienda Dalan Animal Health con l’obiettivo di combattere l’imperversare della cosiddetta “peste americana”, così battezzata per la sua area d’origine ma che a oggi è di fatto diffusa in tutto il mondo. Stando a quanto lasciato trapelare, il vaccino in questione permette agli apicoltori di iniettare una versione inattiva del batterio in questione nella pappa reale che viene consumata dalle api regine, che naturalmente si “occuperanno” poi di immunizzare tutte le loro larve.

Che cos’è la peste americana?

miele e api

Un funzionamento apparentemente semplice, ma non per questo poco efficace: è bene notare, infatti, che il morbo non colpisce affatto le api adulte; e pertanto l’immunizzare le larve rappresenta una soluzione radicale al problema. Problema che, tradizionalmente, ha rappresentato un grattacapo decisamente impegnativo per gli apicoltori: si tratta infatti di un morbo estremamente contagioso e la cui unica “cura”, se così la vogliamo definire, è quella di bruciare l’intero alveare api infette ovviamente comprese (un metodo che in un certo senso ci ricorda quelli attualmente usati per tamponare la diffusione dell’influenza aviaria).

Fragole, quelle impollinate da api che hanno ingerito pesticidi sono più piccole Fragole, quelle impollinate da api che hanno ingerito pesticidi sono più piccole

L’infezione penetra nelle celle dell’alveare quando le larve entrano in contatto con il batterio sporigeno Paenibacillus larvae, in grado di resistere in natura anche per svariati decenni: una volta che le spore si trovano all’interno dell’intestino la larva muore, lasciando resti molto contagiosi e favorendo in questo modo una diffusione rapida e crudele della malattia.

L‘alveare infetto è, in realtà, facilmente riconoscibile: i sintomi che più saltano all’occhio degli apicoltori sono la consistenza insolitamente vischiosa delle larve, segno che sono state infettate dal batterio; e da un odore rancido. Come brevemente accennato, una volta individuate queste anomale, la sentenza è già tratta: occorre procedere con il fuoco e sperare che la malattia non sia riuscita a penetrare anche in altri alveari.

Stando a quanto lasciato trapelare, il vaccino verrà inizialmente distribuito solamente a una cerchia piuttosto ristretta di apicoltori selezionati, ma dovrebbe poi essere messo regolarmente in commercio nel corso dell’anno. Si tratta dell’ennesimo passo in avanti nel contesto della difesa dei nostri amichetti gialloneri, fondamentali per mantenere l’equilibrio degli ecosistemi naturali: vi ricordiamo, rimanendo in questo ambito, della relativamente recente decisione dell’Unione europea di vietare l’importazione di prodotti alimentari con residui di pesticidi nocivi per le api.