Stati Uniti, una carta dei vini con le calorie fa scoppiare le polemiche sui social

Una carta dei vini con le calorie esposte ha fatto scoppiare una piccola polemica su Twitter.

Stati Uniti, una carta dei vini con le calorie fa scoppiare le polemiche sui social

Una carta dei vini che ha tentato di fare il proverbiale passo in più (o almeno uno dei tanti possibili, sarebbe forse il caso di dire) e che ha finito per attirare su di sé attenzioni forse non desiderate (sempre che queste effettivamente esistano, beninteso). Ci stiamo riferendo a quella della catena di steakhouse Morton’s, con sedi negli Stati Uniti e in franchising all’estero, che ha provocato una piccola tempesta di polemiche sui social media per aver suggerito una correlazione tra il Paese di provenienza di un vino e il suo contenuto calorico. Insomma, chi l’avrebbe mai potuto immaginare che parlare di alcolici e calorie in una steakhouse fosse un affare spinoso?

Le critiche alla carta dei vini “calorica”

vino

La cosiddetta pietra dello scandalo, come brevemente accennato in apertura, non è tanto l’aver indicato il contenuto calorico dei vini riportati (il che, a onore del vero, ci pare una idea non necessariamente malvagia anche se forse un poco fuori luogo in una steakhouse), quanto l’aver inteso una correlazione tra le calorie effettive e il Paese di provenienza del vino stesso.

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La carta è apparsa su Twitter per cortesia di Mike Ratcliffe, proprietario della cantina Vilafonté di Stellenbosch, che ha accompagnato l’immagine con un breve commento: “I vini rossi sudafricani sembrano essere una scelta a basso contenuto calorico rispetto ad altri vini rossi dell’emisfero meridionale secondo la carta dei vini di Morton’s”.

Ora, è bene – e anche giusto – notare che sì, c’è un ragionamento logico-scientifico che può giustificare il nesso tra una posizione geografica e il conteggio delle calorie. Vien da sé che climi più caldi produrranno uva con più zucchero e quindi più alcol durante il processo di fermentazione, risultando in vini leggermente più calorici.

È tuttavia altrettanto importante notare che i singoli Paesi possono contenere un numero di zone climatiche estremamente variabile – pensiamo banalmente al caso del nostro Stivale -, e poi c’è sempre la lotteria del clima che può produrre annate più fredde o più calde del solito (con quest’ultima che pare la tendenza a cui siamo destinati nel futuro prossimo). In definitiva, omogeneizzare la produzione viticola di un intero paese attribuendo un unico valore calorico ai suoi vini, come fa la carta dei vini in questione, potrebbe essere inteso come un errore piuttosto grossolano.

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“Quindi tutte e 15 le bottiglie sudamericane hanno esattamente la stessa quantità di calorie?” chiede un utente di Twitter, in riferimento alla lista postata da Ratcliffe. Un altro utente, invece, suggerisce un approccio più pragmatico: “Non riesco a decidere cosa sia più bizzarro” ha scritto “l’idea che le calorie siano le stesse in tutta la nazione o l’idea che il cliente target di una steakhouse si preoccupi del contenuto calorico”.