Taiwan: al via il referendum sull’importazione della carne di maiale dagli USA

A Taiwan si è aperto il referendum inerente l'importazione di carne di maiale dagli USA: tutta colpa dell'additivo ractopamina usato nei mangimi.

Taiwan: al via il referendum sull’importazione della carne di maiale dagli USA

Spostiamoci a Taiwan perché qui ha preso il via un singolare referendum: bisognerà vietare o meno l’importazione di carne di maiale dagli USA? E tutto per colpa della ractopamina, un additivo utilizzato nei mangimi per i suini.

Tutto era iniziato a gennaio quando gfuori dalle porte dei ristoranti di Taiwan erano comparsi piccoli adesivi gialli e dorati che indicavano che in quei locali si usava solamente carne di maiale taiwanese.

Il fatto è che il Governo aveva deciso di consentire l’importazione di carne di maiale dagli Stati Uniti nonostante il paese non gradisse l’uso della ractopamina nei mangimi usati dagli allevatori di suini americani.

maiale

La ractopamina migliora la magrezza della carne, ma è vietata in diversi paesi, fra cui tutti quelli dell’Unione Europea, la Cina e la Russia. Tuttavia il governo di Taiwan aveva optato per l’ok all’importazione, sostenendo che nelle etichette fosse indicata l’origine del prodotto: in questo modo spettava ai singoli consumatori scegliere se mangiare carne suina USA o meno.

Però non tutti i consumatori sono stati d’accordo con questa presa di posizione. Il maiale è un alimento base della cucina taiwanese, con circa il 90% della carne suina fornita da allevatori locali riuniti in una potente obby agricola.

Le proteste sono così arrivate prima in strada e poi in parlamento. Per tale motivo la questione se vietare o meno l’importazione di carne di maiale USA in Taiwan è giunta in un referendum nazionale.

Pare che la maggior parte dei taiwanesi sia a favore del divieto, anche se in Taiwan l’esito dei referendum non sono vincolanti: spetta poi sempre al governo decidere. Se passasse il divieto, il governo di Taiwan si troverebbe in una posizione scomoda.

Da una parte, infatti, ci sono le lobby agricole che premono per il divieto, mentre dall’altra c’è il desiderio di firmare un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti, il più importante alleato del paese. Lo scopo, infatti, sarebbe quello di aderire all’accordo commerciale transpacifico noto come Comprehensive and Progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership (CPTPP).