“Ricerca scientifica”, si leggeva sull’etichetta. Al più umile dei colpi d’unghia, però, la copertura è venuta via: trattasi di pesca eccessiva e illecita, svolta di nascosto nella speranza di evadere l’occhio dell’Europa. Ma Bruxelles vede bene e non batte mai le ciglia. Risultato? Filandia sanzionata per il troppo salmone pescato.
Insomma, facciamola facile: nell’estate del 2024 una flotta di pescherecci ha preso la via del mare con la scusa di una spedizione di ricerca. L’idea della Commissione europea, però, è che tale spedizione non avesse alcuna giustificazione di base scientifica, e soprattutto che fosse sospettosamente allineata agli interessi del settore ittico.
La risposta della Finlandia
“Il numero di navi e il livello previsto di sforzo di pesca sono quasi equivalenti ai livelli della pesca commerciale degli anni precedenti”, ha dichiarato il Comitato scientifico, tecnico ed economico per la pesca (CSTEP) della Commissione. E il dado è tratto: nelle ultime ore le autorità europee hanno pubblicato un regolamento attuativo che riduce la quota di pesca della Finlandia in determinate zone del Mar Baltico.
Vale la pena sottolineare che la sanzione va ad applicarsi alle sole catture accessorie, dal momento che la pesca diretta risulta già bandita a causa degli stock di salmone in rapido esaurimento. Numeri alla mano, le catture sono state ridotte da 8.989 a 5.827 – un taglio che, spiega la Commissione, andrà a compensare la quantità catturata durante la sopracitata “spedizione di ricerca”. Il governo finlandese, come avrete intuito, non ci sta.
La decisione è “ingiustificata”, tuonano da Helsinki, e fanno sapere di stare “seriamente” prendendo in considerazione l’idea di chiedere alla Corte Suprema dell’UE di annullare la sanzione. Il Lollobrigida finlandese si è già attivato, e ha effettuato uno scambio di quote tra altri Stati membri che permetterà alla Finlanda di mantenere i limiti di cattura allo stesso livello degli anni precedenti.
Il problema, al netto del braccio di ferro, rimane. I sette mari sono sovrasfruttati, Mediterraneo in primis; e di fatto continuano a mandare segnali sul proprio stato di salute. Nel frattempo si cercano nuovi metodi per circuire le regole – o imporre il “tutti contro tutti”, come nel cosiddetto buco blu – e i pescatori europei guardano con crescente preoccupazione al futuro.