Ucraina, fondo pensione USA chiede a Pepsi e McDonald’s di lasciare la Russia

Uno dei più grandi fondi pensione degli Stati Uniti ha chiesto a Pepsi e McDonald's di interrompere i propri affari con la Russia, per motivi economici e di immagine, contro l'invasione dell'Ucraina.

Ucraina, fondo pensione USA chiede a Pepsi e McDonald’s di lasciare la Russia

Un fondo pensione, uno dei più grandi degli Usa, ha chiesto a Pepsi e McDonald’s di considerare la possibilità di lasciare la Russia a seguito dell’invasione dell’Ucraina, o almeno di sospendere le attività commerciali. Il fiduciario del Common Retirement Fund dello Stato di New York, Thomas DiNapoli, ha scritto una serie di lettere alle società che continuano a operare in Russia e a investire in attività russe, avvertendo che “affrontano seri e crescenti rischi legali, operativi, relativi ai diritti umani e al personale, e di reputazione”.

“La sospensione o la cessazione delle operazioni commerciali di McDonald’s in Russia sarebbe una risposta ai rischi di investimento associati al mercato russo e giocherebbe un ruolo importante nel condannare il ruolo della Russia nel minare radicalmente l’ordine internazionale che è vitale per un’economia globale forte e sana”, ha scritto DiNapoli in un lettera indirizzata al CEO di McDonald’s Chris Kempczinski visionata da FOX Business.

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McDonald’s ha un totale di 847 ristoranti in Russia e 108 sedi in Ucraina. La società possiede l’84% delle sue sedi in Russia e il 100% delle sedi in Ucraina. Russia e Ucraina insieme hanno rappresentato circa il 2% delle vendite globali del colosso del fast food, circa il 9% dei suoi ricavi e quasi il 3% del suo reddito operativo nel 2021. Coca-Cola. PepsiCo e McDonald’s sono oggetto in questi giorni di alcune proposte di boicottaggio, perché continuano a fare affari con la Russia.

Oltre a McDonald’s e PepsiCo, sono state inviate lettere a Estee Lauder, Mondelez International, Fortinet Inc, Kimberly-Clark Corp., Bunge Limited, Coty Inc., Alnylam Pharmaceuticals e Trimble Inc. Estee Lauder ha dichiarato di aver sospeso tutte le attività commerciali in Russia, inclusa la chiusura di tutti i negozi che possiede e gestisce, e l’interruzione delle spedizioni nel paese. Nel frattempo, Fortinet ha cessato le sue attività in Russia, inclusa la sospensione delle vendite, del supporto e dei servizi professionali, mentre Trimble ha smesso di vendere i suoi prodotti e servizi a Russia e Bielorussia.