Un birrificio inglese ha chiesto a ChatGPT di sviluppare la “birra definitiva”

Nethergate Brewery, birrificio con sede nel Suffolk, ha chiesto a ChatGPT di creare una birra. Il risultato si chiama AiPA.

Un birrificio inglese ha chiesto a ChatGPT di sviluppare la “birra definitiva”

È possibile unire la lucida follia dell’essere umano all’onnisciente (o quasi) efficienza dell’intelligenza artificiale per creare la birra definitiva? Questa la domanda che si sono posti gli amici di Nethergate Brewery, birrificio con sede in quel di Long Melford, nelle verdi brughiere della contea inglese del Suffolk. La risposta è semplice: sì, si può. Basta chiedere a ChatGPT.

C’è chi inevitabilmente andrà a storcere un poco il naso all’idea di lasciare che un ambito così profondamente radicato nella tradizione venga essenzialmente “contagiato” dal tocco dell’intelligenza artificiale. Gli stessi mastri di Nethergate Brewery, a onore del vero, si sono approcciati al progetto con una sana dose di diffidenza; ma hanno poi dovuto ammettere che ChatGPT ha offerto spunti e suggerimenti intriganti.

Non solo birra: un prodotto griffato ChatGPT in tutti i sensi

intelligenza artificiale

ChatGPT ha fatto il suo debutto tra gli uffici di Nethergate Brewery vestendo un po’ i panni del buffone di corte. Da innocuo passatempo ha cambiato del tutto i suoi connotati, diventando un progetto serio, quando qualcuno ha chiesto “e se ci facessimo aiutare a creare una birra?”.

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È nata così la AiPA (nome azzeccatissimo, dobbiamo ammetterlo), una birra chiara dal carattere piuttosto temperato i cui ingredienti e il processo di produzione sono stati elaborati dal cervello cibernetico di ChatGPT. Il contributo dell’intelligenza artificiale, tuttavia, non si ferma qui: il personale di Nethergate Brewery se ne è infatti servito anche per creare del materiale pubblicitario, dei banner e dei comunicati stampa.

A oggi la AiPA è disponibile nei pub del Suffolk, dell’Essex, del Cambridgeshire, del Norfolk, dell’Hertfordshire e del Bedfordshir; nonché naturalmente nei punti vendita di Nethergate. 

“Essendo una persona profondamente radicata nella produzione della birra tradizionale, il pensiero di introdurre nel mix l’intelligenza artificiale mi metteva un po’ a disagio” ha confessato Ian Carson, capo birraio. “Tuttavia, devo ammettere che quello che abbiamo creato è a dir poco spettacolare. È una birra di cui sono davvero orgoglioso e molto entusiasta”.

La birra ha una gradazione alcolica del 3,9% e contiene note floreali con una miscela di luppoli Cascade, Amarillo, Centennial e Citra. Come potrete avere tuttavia intuito, non mancano i scettici. È il caso di Rick Robinson, proprietario di un pub locale, che ha espresso dubbi sulla rilevanza dell’intelligenza artificiale nel processo di produzione della birra.

La sua idea è che i risultati dell’intelligenza artificiale dipendano in definitiva dall’input umano; e che finché non sarà in grado di assaggiare o pensare in maniera indipendente non avrà spazio nel mondo della birra. Punto di vista legittimo, per carità: il giorno in cui le macchine penseranno da sole, tuttavia, potremmo avere problemi ben più seri di cui occuparci.