Un ristorante di Torino ha chiesto 15 mila euro di risarcimento per un blackout

Torino paralizzata da un blackout. Colpa dei condizionatori, si dice, ma possibile farsi cogliere così impreparati? Un ristorante chiede il risarcimento, e le associazioni gli danno ragione.

Un ristorante di Torino ha chiesto 15 mila euro di risarcimento per un blackout

Il calendario segna sabato 14 luglio, le mappe indicano Torino, il termostato racconta di temperature roventi. Un blackout paralizza il capoluogo: corre voce sia a causa dell’accensione dei condizionatori, ma la spiegazione ufficiale da parte di Iren non arriva. Passa il fine settimana, ma la temperatura rimane alta: il ristorante Saudade di Pizza Vittorio chiede un risarcimento danni da 15 mila euro.

La lettera è indirizzata al Comune e alla società di distribuzione dell’energia elettrica, ed è fitta di numeri. Scrive Gino Arnone, avvocato, che il locale nostro protagonista si è visto “stato costretto ad annullare 130 coperti, con la conseguente perdita dell’intero incasso previsto per la fascia oraria di massimo afflusso settimanale”. Sabato, per l’appunto. E non è tutto. 

L’eco delle associazioni e la misura dei danni

torino

Niente luce non significa cena al lume di candela, specie se siamo in un giugno rovente. Il Saudade ha dovuto “smaltire oltre 100 chili di carne e materie prime freschissime in ossequio alle disposizioni igienico-sanitarie previste dalla normativa vigente”, si legge ancora nella nota diffusa dallo studio di Arnone.

Come sarà la prima The World’s 50 Best Restaurants italiana: intervista a William Drew Come sarà la prima The World’s 50 Best Restaurants italiana: intervista a William Drew

La paralisi è stata radicale e imbarazzante – specialmente considerando l’ampio avviso. “Stupisce che anche quest’anno il sistema elettrico non fosse pronto ad affrontare il primo caldo, annunciato peraltro da settimane”, ha commentato a tal proposito Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia. E in alcuni casi le serrande abbassate sono rimaste tali anche per 10 ore.

L’Ascom non ha dubbi: “Secondo quanto previsto dalla normativa Arera, alle utenze del comune di Torino nelle zone ad alta concentrazione spetta un indennizzo automatico in caso di interruzione della fornitura superiore alle 8 ore consecutive”. Il risarcimento, però, non è e non può essere un sostitutivo a un intervento sulla rete più profondo ed evidentemente necessario.

Come abbiamo visto a bruciare, oltre al mancato incasso in una giornata calda (in tutti i sensi: piazza Castello era gremita di persone per il concerto di Radio Kiss Kiss), c’è anche e soprattutto lo smaltimento delle materie prime. “I nostri imprenditori devono avere la certezza di poter lavorare anche con il caldo” ha proseguito Coppa.

La storia, com’è ovvio, è giunta fino alla scrivania del sindaco Stefano Lo Russo. La situazione attuale, spiega lui, “non è accettabile, non è tollerabile. E deve essere assolutamente affrontata da diversi punti di vista”. Il piano per il futuro prossimo? “Chiedere a Iren di rivedere l’intero impianto del proprio piano di investimenti. Attendo e mi attendo di vedere una pronta risposta, ivi compresi eventuali accertamenti di responsabilità”. E con le premiazioni per la 50 Best letteralmente dietro l’angolo, sarebbe opportuno evitarsi figuracce sul palco del mondo.