Valerio Braschi lascia il ristorante 1978: la prossima apertura sarà a Milano

Valerio Braschi lascia Roma e il ristorante 1978 alla volta di Milano. Cosa bolle in pentola? L'abbiamo contattato per scoprirlo.

Valerio Braschi lascia il ristorante 1978: la prossima apertura sarà a Milano

Un addio sofferto diventa più digeribile quando affrontato con lo slancio dell’entusiasmo? Dalle parole di Valerio Braschi si direbbe di sì – un salto nel buio, come lo ha definito lui stesso, non è altro che un’occasione per ribadire la propria voglia di fare, il proprio impegno, la propria determinazione. Senza dimenticare l’entusiasmo, beninteso. A cosa ci stiamo riferendo? Semplice: il vincitore di MasterChef più giovane di sempre ha annunciato tramite un video su Instagram la sua (sofferta, come vedremo) decisione di lasciare Roma e con essa il ristorante 1978 (tra l’altro: resterà aperto fino al 9 aprile), casa e laboratorio per quattro lunghi anni, per approdare in quel di Milano con un nuovo progetto.

Valerio Braschi saluta Roma e approda a Milano: l’intervista allo chef

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Un cambio di palcoscenico mica da poco, insomma. Milano è una città piena di opportunità, ma è anche una vasca di squali: cosa avrà portato Valerio Braschi a voltare pagina e decidere di aprire un ristorante da queste parti? Beh, l’unico a conoscere la risposta corretta a una domanda del genere altri non è che Braschi stesso – motivo per cui l’abbiamo contattato per chiederglielo direttamente.

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“Lascia perdere, a Milano la concorrenza è spietata” ci spiega per telefono. Parole dure che però sono pronunciate con un tale entusiasmo e una tale grinta che quasi fatichiamo a credergli. Arrendersi prima di iniziare, d’altronde, non è un’opzione. “Sarò un po’ scemo?” continua lui. “Ti dirò la verità, a me questa cosa qui mi carica da morire. Sarà difficile, ma vorrà dire che dovrò sforzarmi il doppio, e tutto questo mi fa venire ancora più voglia di impegnarmi”.

Grinta ed entusiasmo, già – gli ingredienti migliori per affrontare una scelta difficile come quella di salutare la Capitale. “La voglia di provare una nuova esperienza c’era da diverso tempo, lo devo ammettere” ci ha spiegato. “Però è stata una decisione sofferta. Roma mi ha accolto, qui sono cresciuto tantissimo; e poi non è come lasciare un ristorante in crisi, che non c’è nulla da perdere: il 78 fa il pieno tutte le sere”.

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Insomma, una scelta tutt’altro che scontata; ma decisamente più digeribile se presa con lo slancio vitale della passione. Lo stesso Valerio Braschi non ne fa mistero: “Io ho voluto rischiare” ci ha raccontato. “Fare salti nel buio mi diverte, mi riempie, mi fa sentire forte e capace”.

Parole che leggono più come un manifesto alla vita che a un’intervista vera e propria. A questo punto, però, ci siamo permessi di allungare la pretesa di toglierci una curiosità: lasagna in tubetto, carbonara liquida, pene di toro… Qual è il prossimo colpo? Lui sboccia in una risata vivace. “Guarda, non ho ancora una bomba bene in mente ma di sicuro voglio creare un menu davvero particolare, niente di già visto”.

Noi ci fidiamo, beninteso. L’ingrediente principale? Il divertimento. “Voglio proprio divertirmi” ha ancora spiegato. “Voglio spingere ancora di più. Al 78 già spingevo tantissimo, ma voglio fare il doppio, il triplo, sempre di più”. Una costante importante, quella del divertimento. Meglio ancora se abbinata al sorriso: “Ho la fortuna di fare quello che mi piace” ha concluso. “Lavorerò sempre con il sorriso, a Roma o a Milano che sia”.