Venezia dice basta a nuovi bacari e osterie

Venezia decreta il semaforo rosso alle aperture di nuovi bar, ristoranti, osterie e bacari a Murano e Burano e introduce novità anche per i chioschi.

Venezia dice basta a nuovi bacari e osterie

Una stretta di natura commerciale nel nome della tutela del contesto cittadino. Il consiglio comunale di Venezia ha approvato, in maniera unanime e con eseguibilità immediata, la modifica di tre articoli del Regolamento soprintendente le attività di somministrazione di alimenti e bevande, sancendo di fatto un semaforo rosso all’apertura di nuovi bar, bacari, osterie e ristoranti a Murano e Burano.

Sono leggermente più larghi, invece, gli spazi di manovra concessi alle attività commerciali in questione ma ancora indietro con i lavoro in deroga a Venezia o nelle isole comprese nel territorio comunale: qui, stando a quanto lasciato trapelare, le autorità locali anno deciso di concedere appena un anno di tempo per garantire la piena operatività (lasso di tempo che invece, è bene notarlo, sale a tre anni per gli esercizi in quel di Murano e Burano). I chioschi-bar e simili, invece, sono formalmente invitati a spostarsi in locali fissi.

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ristorazione

Murano e Burano, in altre parole, diventano in maniera ufficiale “ambiti di tutela del territorio comunale”, dove per l’appunto non possono nascere nuovi bacari e osterie (fatta eccezione per quelli che hanno presentato domanda prima del 2018, anno in cui venne imposto il primo blocco alle attività di questo tipo nella Venezia insulare).

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Sono più che eloquenti, in questo senso, le parole dell’assessore al Commercio e Attività produttive, Sebastiano Costalonga: “Il blocco imposto nel 2018 a bar e ristoranti nella Venezia insulare” ha spiegato ” stato un primo freno a questa deriva ma le eccezioni previste lasciavano ancora troppo lasco”.

Il semaforo, in altre parole, si fa di un rosso fisso. Come brevemente accennato in apertura di articolo è bene notare che sono state introdotte alcune novità anche per quanto concerne i chioschi, che saranno chiamati a trasferirsi in locali, altrove nel contesto cittadino fatta eccezione per Santa Margherita e San Marco, o ancora nell’area realtina, in fondamenta della Misericordia e degli Ormesini. Lo spostamento interno a queste microzone sarà invece concesso solo ed esclusivamente a coloro che si trovano già all’interno delle stesse.

“Come suggerito dalla Soprintendenza” ha precisato Costalonga in un intervento poi riportato dai colleghi del Corriere “meno chioschi consentono maggiore rispetto dei vincoli paesaggistici ma anche una gestione più facile degli avventori da parte di chi ci lavora”. Bocciata, invece, la mozione del consigliere pd Emanuele Rosteghin che intendeva aggiornare con Municipalità, commissioni competenti e categorie economiche i criteri del Regolamento appena modificato.