Vincenzo De Luca ribadisce il no al delivery in Campania e spiega perché

Niente delivery né asporto: nessun passo indietro sul tema da parte del presidente della Campania Vincenzo De Luca, che però fa un'importante promessa alle imprese.

Vincenzo De Luca ribadisce il no al delivery in Campania e spiega perché

Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha realizzato una diretta Facebook in cui ha ribadito il suo no alle attività di asporto e delivery nella regione da lui governata, spiegandone le motivazioni. “Una delle principali sollecitazioni che abbiamo ricevuto fino ad oggi riguarda la riapertura delle attività che forniscono il cibo da asporto, così come quella delle librerie”, ha esordito De Luca durante il suo intervento trasmesso via social. “Non lo abbiamo consentito, non per ragioni di cattiveria, ma per evitare quanto più possibile assembramenti”.

Delusione dunque per quanti speravano in una marcia indietro sul divieto di delivery in una regione che è famosa in tutto il mondo per la sua pizza. D’altronde anche noi avevamo scritto come dalle sue parole nella precedente conferenza stampa si capisse abbastanza bene che non c’era grande spiraglio per la riapertura. Eppure, in tanti a gran voce avevano chiesto a De Luca di rivedere la sua posizione sul delivery, attività in grado di dare un po’ di respiro ai ristoratori: a tal proposito si erano espressi il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, il pizzaiolo Gino Sorbillo e perfino – andando più sul nazionalpopolare – la presentatrice di Domenica In Mara Venier (di cui abbiamo parlato proprio oggi a proposito di Iginio Massari).

Una nota positiva però De Luca la esprime, annunciando un contributo economico per le imprese che sono rimaste chiuse: “Abbiamo deciso di dare, unica Regione in Italia, un contributo di 2000 euro a queste e a tutte le altre attività che sono rimaste chiuse”, ha spiegato Vincenzo De Luca. “Stiamo, comunque, ragionando in queste ore di anticipare l’apertura delle attività in questione, ovviamente con le massime tutele possibili. Ma la decisione la prenderemo sulla base dell’andamento dell’epidemia, non sulla base di pressioni di questo o quello. Dobbiamo avere la forza di resistere a tutte queste pressioni. Stiamo, in ogni caso, parlando di non più una settimana lavorativa, rispetto alle decisioni già assunte dal Governo. Avremmo tutti piacere a riaprire domattina tutto, ma dobbiamo essere responsabili ed evitare per un eccesso di fretta di aprire domani e di chiudere di nuovo tra due settimane. Perché questa sarebbe davvero una tragedia. È la tipica situazione di emergenza in cui bisogna dimostrare di essere uomini, dimostrando di sapersi assumere le responsabilità, facendo non le cose più comode e facili, ma le cose più giuste e necessarie”.