Vino, la vendemmia montana è spaccata a metà: al Nord si anticipa, al Sud deve ancora cominciare

Cervim ha tracciato una mappa della vendemmia montana, mostrando come l'Italia del vino sia praticamente spaccata a metà.

Vino, la vendemmia montana è spaccata a metà: al Nord si anticipa, al Sud deve ancora cominciare

Qual è la mappa nazionale delle cosiddette vendemmie eroiche? Secondo i dati del Cervim (Centro di Ricerca, Studi, Salvaguardia, Coordinamento e Valorizzazione per la Viticoltura Montana) l’Italia è, traendo una generale visione d’insieme, fondamentalmente spezzata in due: da un lato abbiamo le Regioni settentrionali, dove di fatto si gioca d’anticipo e la vendemmia è già cominciata da qualche giorno; e dall’altro il Sud, dove la raccolta delle uve deve ancora iniziare. Dalle cime delle Alpi all’Etna, in altre parole, l’Italia del vino si presenta come un mondo variegato e complesso, dove ogni filare sembra seguire le proprie regole; e i luoghi eroici, dove la vite dà prova di maggiore resistenza, si presentano come tessere di ordine e salvezza in un’annata altrimenti folle.

vino

Come accennato, al Nord “si vendemmia con almeno 15/20 giorni in anticipo”, facendo anche i conti con importanti cali produttivi: in Valle d’Aosta si stima un crollo del 30% a causa della siccità e del caldo, con i soli viticoltori abbastanza fortunati da poter fare irrigazioni di soccorso che hanno potuto scampare alla falce della crisi idrica. Una situazione che trova risonanza anche in Valtellina, dove il calo stimato è del 20%: “La siccità ha interessato anche questi vigneti” ha spiegato Danilo Drocco, presidente Consorzio Vini Valtellina e direttore della cantina Nino Negri “le poche piogge che ci sono state, sono state subito asciugate dal vento e dalle alte temperature”.

Scendendo verso il centro, in Toscana, nella zona dei Colli del Candia e  Colli Apuani, troviamo una vendemmia che ha anticipato la tabella di marcia di circa 10 giorni: “Il clima cambia inevitabilmente, il nostro vantaggio tuttavia è di poter investire ancora in risorse idriche di sostegno” ha spiegato a tal proposito il presidente del Consorzio del Candia Colli Apuani e titolare della cantina Calevro, Fabrizio Bondielli. A picco sulla costiera Amalfitana, in quel di Furore, invece, la morsa della crisi idrica è stata allentata dalla stessa natura locale: “Le nostre sono viti a piede franco, che hanno oltre 80 anni di età, reagiscono al caldo in maniera naturale” spiega Andrea Ferraioli, agronomo e titolare di Marisa Cuomo “sfruttando l’umidità che si crea nei muretti a secco che le sorreggono e nella vaporizzazione del mare”. Qui, il grosso problema è invece rappresentato dalla mancanza di manodopera: “Non riusciamo a trovare persone che resistano alla pesantezza della viticoltura eroica” continua Ferraioli “tutta manuale e in condizioni estreme, non adatte a chi soffre di vertigini”.