Vino, l’Università di Trieste studia l’impatto della siccità sulle vigne

Uno studio dell'Università di Trieste ha indagato il curioso rapporto tra il clima, la siccità e la qualità e produzione di vino.

Vino, l’Università di Trieste studia l’impatto della siccità sulle vigne

Alla vite avere un po’ di sete non dispiace, ma annate come quella ormai prossima alla conclusione, strette nella morsa della siccità, hanno fatto emergere criticità che, in diverse parti d’Italia e del mondo, hanno determinato gravi tagli alla produttività. Il più recente studio condotto dal gruppo di idrogeologia dell’Università di Trieste ha preso in esame proprio questo particolare rapporto – quello che regola la relazione tra la salute della vigna, la qualità del vino e le condizioni climatiche; concludendo che il monitoraggio delle precipitazioni nel corso dell’anno è strategico per andare incontro alle effettive esigenze della pianta e portare a casa un raccolto di qualità.

siccità

In particolare il gruppo triestino, coordinato dal professor Luca Zini nell’ambito del progetto interregionale Italia-Slovenia Acquavitis, finalizzato a delineare nuove strategie di utilizzo razionale del cosiddetto oro blu, si è occupato di monitorare e quantificare le risorse idriche sotterranee concludendo che, di fatto, le precipitazioni invernali e primaverili – vistosamente assenti nel corso di quest’anno – sono molto importanti per la ricarica idrica dei terreni coltivati a vite; pena il rischio di incappare in una situazione di estrema difficoltà come lo scorso periodo estivo.

“L’estate 2022 ha evidenziato che la produzione può essere mantenuta anche con un certo livello di stress idrico nella vite” ha commentato a tal proposito Zani. “Minimi quantitativi d’acqua forniti al vigneto nei momenti giusti permettono di tenere alta la produzione e gli standard di qualità. Nel futuro ci dovrà perciò essere sempre più sinergia tra il mondo della ricerca e le usuali pratiche agricole messe in atto dai viticoltori”.