Panetteria anarchica: modelli di business che battono la crisi

Panetteria anarchica: modelli di business che battono la crisi

Era il lontano 2010 quando a Montreuil apriva la prima panetteria “anarchica” bio & autogestita: «La conquête du pain», la conquista del pane, come il titolo di un saggio di Kropotkin.

Oggi è una formula di successo. Eppure in pochi scommettevano che vendere pane con lo sconto del 25% a chi dichiarava di avere problemi economici, così, sulla fiducia, potesse portare a un saldo in attivo. Invece.

Oltre allo sconto sulla classica baguette ce n’è uno minore, del 10%, sulle specialità. Tutte con nomi importanti: il panino Lenin: baguette al sesamo con pollo; il panino Marx con prosciutto, emmental, pomodoro, cetriolo e insalata; il panino Engels che in meno rispetto al Marx ha la verdura.

Si può provare a capire il motivo di una scelta così originale, o non farci caso e ordinare il pranzo a prezzo fisso. Con 7 euro “Il bolscevico” garantisce un sandwich, una bevanda e un dolce a scelta tra quelli del menu.

Non dimentichiamo di dire che la formula della panetteria prevede che se avanza pane, la sera, chiunque possa venirselo a prendere gratis, e che i salari sono uguali per tutti i lavoratori che hanno pari diritti e pari dignità indipendentemente dalla mansione (1.350 euro netti al mese).

Rovescio della medaglia? Non è tutto bio quello che viene sfornato, poiché solo la farina è biologica, mentre le uova e gli altri ingredienti non lo sono, a causa dei prezzi troppo elevati.

350 clienti abituali, uno su dieci che usufruisce delle agevolazioni per il basso reddito. Non è un’utopia, ma visto il boom di clienti, una solida realtà.
[La Stampa]