Pizza World Show: la crisi morde, ma gli italiani non vogliono fare i pizzaioli

Pizza World Show: la crisi morde, ma gli italiani non vogliono fare i pizzaioli

Considerato l’impressionante giro d’affari (3 miliardi di pizze all’anno per un fatturato di 9 milioni di euro distribuito tra 50.000 pizzerie divise equamente tra servizio al tavolo e vendita al taglio e/o d’asporto) il Pizza World Show, evento dal respiro internazionale con la pizza al centro, non poteva che svolgersi in Italia, per la precisione a Parma.

Eppure chi vince nel mondo per quantità di pizza prodotta sono le catene americane Pizza Hut e Domino’s, mentre la città con il maggior numero di pizzerie non è Napoli bensì San Paolo, in Brasile.

Il primato storico e culturale della pizza italiana resta però indiscusso, anche se facciamo fatica ad esportarlo.

C’è poi un lamento singolare di questi tempi: secondo i pizzaioli professionisti manca la manodopera qualificata: un’indagine Fipe ha rivelato che il mercato della pizza non risente della crisi e può dare lavoro a 6mila italiani. Ma il mestiere del pizzaiolo non sembra essere più nelle nostre corde, mentre ogni anno si registrano alla Camera di Commercio 100 nuovi pizzaioli egiziani.
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