L’oliva taggiasca, come sembrerebbe evidente, proviene da Taggia? Seborga dice di no

L’oliva taggiasca, come sembrerebbe evidente, proviene da Taggia? Seborga dice di no

In Liguria è scoppiata una guerra che si preannuncia lunga e combattuta. Oggetto del contendere? L’origine dell’oliva taggiasca. E’ nata a Taggia, ovvio. No aspetta, è nata a Seborga.

Il minuscolo (300 abitanti e 5 kmq) borgo medioevale dell’entroterra di Imperia, ha deciso di contestare a Taggia la paternità di una tra le più famose varietà di oliva, quella taggiasca. Il vicesindaco Flavio Gorni ha raccontato al Corriere che un documento del 954 proverebbe che il primo luogo in cui si insediarono i monaci di San Colombano, provenienti dall’isola di Lerino, fu proprio Seborga: lì iniziarono ad occuparsi della coltivazione dell’olivo, che arrivava dalla Galilea. Il nome taggiasca viene dallo studioso Tagghiascum Edmund, che si è occupato degli ulivi intorno al 1200. Immediata la replica da Taggia: il sindaco Vincenzo Genduso sostiene invece che i monaci “Sono arrivati nella valle Argentina da Pedona, oggi Borgo San Dalmazzo, si pensa nell’anno Mille, ma si può risalire fino al 901 o al 910”. Bisogna dire che il cultivar della taggiasca storicamente è sempre stato importante a Taggia, mentre a Seborga negli ultimi secoli si è più affermata la floricoltura.

Intanto,  a Seborga hanno votato il riconoscimento per l’oliva taggiasca della DeCo, Denominazione di Origine Comunale. Da Taggia raccolgono la sfida, e annunciano una festa a fine maggio dedicata all’oliva.
[Sanremo News]