Peperino Torino: recensione della pizzeria “verace”

Recensione di Peperino Torino, pizzeria promettente, almeno sulla carta, in corso Trapani. Il menu, i prezzi, le pizze, le nostre opinioni.

Peperino Torino: recensione della pizzeria “verace”

Peperino Torino si presenta come “pizzeria e cucina verace”: una dichiarazione d’intenti impegnativa, soprattutto per quel nome che evoca subito pizza napoletana autentica, ingredienti genuini e onestà casalinga. Sarà vero? È quello che siamo andati a scoprire per scrivere questa recensione.

Il format di Peperino

Pizzeria Peperino Torino

Il format, come si diceva, è quello della pizzeria in stile napoletano, ma con qualche sofisticazione. Al primo aspetto provvede la certificazione di Verace pizzeria napoletana, ovvero l’iscrizione all’Associazione vera pizza napoletana (AVPN). Peperino, quindi, verace lo è certamente di nome: una delle poche pizzerie di Torino e del Piemonte tutto che può vantare di essere parte del gotha selezionato dal disciplinare (sul fatto che poi di gotha effettivamente si tratti, si è più volte espresso qualche dubbio, non tanto per chi c’è dentro ma per i grandi nomi che ne restano fuori). 

La sofisticazione deriva dal fatto che, be’, siamo pur sempre al nord: Peperino infatti è una piccola catena che ha locali a Milano e nel nordest (Verona, Udine, Pordenone, Gorizia). Tutte pizzerie certificate VPN.

Peperino: ambiente e servizio

Il locale è ampio, situato ben fuori dal centro, sulla direttrice che dal capoluogo sabaudo porta a Rivoli. L’ambiente evita accuratamente, e per fortuna, il neapolitan look: niente vesuvi e totò alle pareti, niente ‘nserte di aglio che penzolano. Arredi moderni, minimal e informali, con prevalenza del nero.

Servizio gentile, con qualche indecisione sulle spiegazioni della parte drink. Le tovagliette di carta sul tavolo annunciano già prima del menu la ricerca e l’uso dei migliori pomodori, delle migliori mozzarelle, del miglior olio: ovviamente tutto dalla Campania. 

Il menu di Peperino

Una bella e varia scelta di antipasti, tra focacce (4), polpette (3), fritture varie e piatti di verdura della tradizione partenopea come la parmigiana di melanzane; non manca qualche omaggio alla cucina locale come la battuta al coltello, e qualche tentazione fusion come gli involtini cinesi alla napoletana. Prezzi abbastanza contenuti. Segue un nutrito gruppo di primi di pasta.

Vasta anche la scelta di pizze, il menu è diviso in pizze veraci (19, più 2 pizze fritte o meglio montanare), ripieni (4, al forno e/o fritti), e “quelle di Peperino” (17, con qualche aspirazione gourmet ma senza accostamenti azzardati o ingredienti insoliti). Possibilità di chiedere l’impasto integrale.

E ancora: i pagnottielli (7), le insalate (8), i piatti di carne (8). I prezzi nella norma: margherita a 7, marinara solito primo prezzo 5,50, le più care a 12.

Da bere: solita desolazione, un paio di birre industriali e una carta artigianale monomarca. Vini al calice di Mastroberardino, se ho capito bene, perché un po’ non ci sono e un po’ non ce li spiegano.

I fritti di Peperino

Il fritto è un banco di prova obbligato, proviamo quindi il misto per farci un’idea. L’arancino è buono, molto sugoso; il crocchè altrettanto scioglievole, forse pure troppo, e molto “formaggioso” di sapore; la mozzarella in carrozza è spartana nel ripieno, si apprezzano l’uso del pane vero e la pastellatura leggera e croccante, quasi una tempura. Le montanarine hanno l’impasto leggermente tenace (difetto che tornerà nelle sorelle maggiori).

La vera grande sorpresa è la polpetta di friarielli, non proprio una ricetta in voga nei locali, e neanche a casa: qui le polpette, leggermente schiacciate, sono tenute insieme miracolosamente da un impasto che pare fatto di sola verdura e mollica, rivestite da una crosticina croccantissima e dotate di un cuore fondente di provola delizioso; insomma un piccolo capolavoro.   

Le pizze di Peperino

Veramente vera, la pizza di Peperino? Per capirlo non si può non prendere la margherita, definita “verace” già dal menu, insieme alla marinara. Ebbene: il pomodoro non eccelle, e la mozzarella è tanta, e poi tagliata spessa, per cui resta quasi solida. Un po’ meglio va una delle signature, la Gialla: ormai il datterino giallo sta diventando una costante in molti menu, perché con il suo agrodolce naturale offre sponda a vari abbinamenti; qui è semplicemente con provola, pecorino (prevalente), pepe (invisibile).

Ma dove la pizza di Peperino mostra le corde è nell’impasto, e nella cottura: se questa è una napoletana, sembrerebbe fatta apposta per dar ragione a quelli che la napoletana non l’amano, ritenendola umida e pesante, cruda in certi punti e bruciata altrove. L’impasto integrale presenta queste caratteristiche in maniera accentuata, ma anche il normale non scherza: in definitiva, non si crea quell’amalgama unico e scioglievole tra base e condimenti che caratterizza la pizza napoletana al suo meglio.

Conto, digestione, giudizio

Paghiamo neanche 20 euro a testa, tutto sommato bene per quanto s’è mangiato. La digeribilità non è perfetta, ma pensavo peggio date le premesse. In definitiva una pizzeria nel complesso accettabile, una pizza che non tiene fede alle promesse.

Informazioni

  • Indirizzo: Corso Trapani 16, Torino
  • Telefono: 011/19236488
  • Orari di apertura: tutti i giorni 12-15 e 19-22:30, il sabato fino alle 23, sabato e domenica solo cena.
  • Sito Web: www.peperinopizza.it (non aggiornatissimo, dato che non riporta la sede di Torino aperta nel 2018)
  • Tipo di pizza: napoletana classica
  • Servizio: sufficiente

Voto: 5/10