Cosa ne pensate del Pellegrinaggio Artusiano, domande, curiosità, qualcosa?

Partiti! Ieri alle 11 il sindaco di Forlimpopoli ha benedetto l’inizio del Pellegrinaggio Artusiano, l’idea che mi sono fatto venire per festeggiare Pellegrino Artusi, unificatore del patrio palato con “La scienza in cucina e l’arte del mangiar bene” che nel 1911, giusto un secolo fa, lasciava le sue robuste spoglie mortali. Ditemi se la condividete, intanto spiego di cosa si tratta. Noi camminiamo da Forlimpopoli a Firenze, come fece il gaudente Pellegrino nel 1852, noi perché tra giornalisti, cuochi e semplici appassionati siamo in 11 a fare il percorso: 24 chilometri al giorno di media, le due tappe più lunghe (27 e 28 km) vanno da Portico di Romagna a San Godenzo, e poi da San Godenzo a Pontassieve, alternati da soste gastronomiche assortite: pranzi al sacco in Romagna con le ricette preparate da Luca Gatteschi, il medico dello staff della Nazionale di calcio, cene con pietanze scelte dal testo sacro dell’Artusi, in alberghi/ristoranti dove fortunatamente fioccano le prenotazioni dei gastrofanatici curiosi. Ieri sera al Grand Hotel di Castrocaro Terme è stata una specie di prova generale, stasera “Al Vecchio Convento” di Portico di Romagna ci aspettano 10o persone.

Lunedì il momento decisivo: tappa dove scavalliamo, passando il Muraglione, passo amato dai motociclisti a quasi 1000 metri, per poi cadere giù a San Godenzo, all’albergo Agnoletti. Infine, ultima cena da Stefano Frassineti dei “Toscani da Sempre” di Pontassieve, il primo a unirsi a questa semi-impresa. L’ultima tappa prevede la partenza alle 7 per arrivare in orario a Firenze. Seguiteci anche sul blog ufficiale del pellegrinaggio.

Con me ce n’è di ogni: Serena Guidobaldi, scrittrice (anche) di cose gastronomiche, Kyle Phillips, gourmet americano trapiantato a Strada in Chianti, Roy Berardi, giornalista romagnolo, Stefano Tesi, altro giornalista specializzato in viaggi, Tommaso Chimenti, che invece scrive di teatro, Carlo Macchi di Winesurf, Rosanna Ferraro, comunicatrice con un passato al Gambero Rosso, Marco Peroni e Marco Sodini, grandi appassionati.

Cercheremo di capire cos’è rimasto dell’Artusi in questo percorso, in fondo, agli americani che hanno la Route 66, noi italiani, specie se maniaci del cibo, possiamo rispondere con la statale 67: la “Via Artusiana”!

Se ci sono domande, curiosità da appagare o pareri sulla nostra iniziativa, lasciate un commento, nel frattempo vi segnalo un libro, si chiama Odore di chiuso (9,75 euro, edito da Sellerio), romanzo del brillante pisano Marco Malvaldi, il “Camilleri in salsa toscana”, che ha trasformato Pellegrino Artusi in un detective buogustaio.

[Crediti | Link: Artusi a piedi, Ibs. Immagini: Flickr/Artusi a piedi]