Gastrofanatici | 10 cose che dicono di noi le foto del profilo di Facebook

Per un gastrofanatico è una questione terribilmente seria scegliere la foto del profilo di Facebook. Dipende da quella, l’idea che si farà di noi il vecchio compagno di liceo, l’ex geloso/a, oppure Oscar Farinetti in cerca di nuovo personale per Eataly. Ecco perché Dissapore ha radunato 10 scelte fuorvianti che facciamo quando optiamo per un’immagine. E nonostante esistano dei sotto-generi e delle varianti meno note, la maggior parte delle foto che si vedono su Facebook appartiene a queste categorie.

1 – Quelli che il ritratto.

Come li riconosciamo. Dalla foto che li ritrae a mezzobusto incluso tutto il volto.

Cosa dice di noi questa foto. Che siamo persone normali, risolte, fiduciose del loro aspetto. Un po’ come dire noiosi. Comunque, se si tratta di un primo piano o di una foto d’autore allora siamo narcisisti in carriera che aspirano a prendere il posto di Eleonora Cozzella, la bella critica gastronomica che cura il sito gastronomico de L’Espresso. Se si tratta di un autoritratto forse siamo anche un po’ irritanti. Se la foto è in costume da bagno probabilmente siamo hot (tipo Elisa Isoardi) e un po’ insicuri.

2 – Quelli distanti.

Come li riconosciamo: Sono talmente distanti dalla fotocamera da far intuire che quella inquadrata è una persona, ma riconoscerne i dettagli del viso è impossibile.

Cosa dice di noi questa foto. Siamo persone riservate che non vogliono far sapere come sono. Non al possibile editore del nostro prossimo libro. Molto timidi se non conosciamo bene una persona, risultiamo appesantiti da anni di ristoranti e ricette intercettate nei foodblog. Oppure trasformati da un lifting non perfettamente riuscito.

3 – Quelli troppo vicini.

Come li riconosciamo:  Sono talmente vicini alla fotocamera da mostrare soltanto una parte del viso e del loro aspetto.

Cosa dice di noi questa foto. Gli altri devono pensare di noi che non amiamo essere riconosciuti attraverso Facebook — ma è una bugia — così ci mascheriamo dietro fotografie pseudo-artistiche. Da ragazzi avevamo qualche imperfezione (sguardo da pesce lesso, acne, balbettio, capelli ingovernabili) e ancora qualcuno non ha smesso di prenderci in giro. Oggi andiamo al ristorante da soli non perché siamo timidi, il problema è che gli altri non trovano granché eccitante la nostra compagnia e si annoiano.

4 – Quelli dell’album fotografico.

Come li riconosciamo. Scelgono foto di quando erano neonati o a scuola con tanto di grembiule, recuperata da una polverosa scatola in soffitta.

Cosa dice di noi questa foto. Siamo la classica persona per cui il passato è meglio del presente. Vuoi mettere Massimo Bottura con Gualtiero Marchesi? E in trattoria si mangia meglio che da Ferran Adrià. Ci vestiamo come negli anni ’80, sentiamo ancora quel tipo di musica, amiamo le stesse cose delle superiori e di cambiare manco a parlarne. Siccome non abbiamo combinato granché sembrare bambini ci fa sentire meglio.

5 – Quelli che gli animali.

Come li riconosciamo. Dalla foto di un animale usata al posto della loro. Forse è quello che hanno in casa, forse no.

Cosa dice di noi questa foto. Dipende dall’animale. Gatto: siamo donne che ambirebbero allo chef Davide Scabin ma tuttora sfidanzate. Cane: Forse siamo gay e Davide Scabin resta il nostro obiettivo, siamo comunque sfidanzati. Serpente: Siamo adolescenti o frequentiamo ristoranti clandestini. Pesci: Guardiamo troppo satellite (in particolare il canale del National Geographic) o siamo vegetariani. Unicorno: Siamo tipi fantastici! Civetta: Chi ha una civetta in casa? Siamo dei freak e non facciamo niente per nasconderlo.

6 – Quelli che la divisa da cuoco.

Come li riconosciamo. Dalla foto con la candida divisa, il cappellone e gli attrezzi da cucina più cari. A volte tanto cari che nella foto ci sono solo quelli.

Cosa dice di noi questa foto. Siamo diventati cuochi, è una delle poche cose che abbiamo realizzato diventando adulti. Prima sapevamo divertirci e avevamo un esercito di amici, adesso parliamo solo di Paco-jet, Roner e stabilizzanti. Ma non preoccupiamoci, essere buoni cuochi è la cosa più importante che esista. No veramente, non stiamo scherziamo, non del tutto, insomma.

7 – Quelli che il matrimonio.

Come li riconosciamo. Abito bianco, smoking, tight… le solite cose. La foto di un matrimonio si riconosce.

Cosa dice di noi questa foto. Vogliamo far sapere a tutti che siamo cresciuti. E che ora abbiamo una vita risolta, nostra moglie ci segue per 4 giorni al Salone del Gusto, ed è così gentile da mandare in nostra vece il fax per prenotare al D’O di Davide Oldani. Andiamo al ristorante solo con altre coppie, niente vecchi amici, nemmeno in pizzeria. Il problema è che forse ci siamo sposati a Le Calandre e abbiamo speso troppo, oppure nostra suocera ci odia e quindi, cucina spesso per noi.

8 – Quelli che i piatti.

Come li riconosciamo. Dal fatto che usano la foto di un piatto invece della loro. Chef, ristomaniaci, lavapiatti sono i maggiori indiziati.

Cosa dice di noi questa foto. Siamo senza personalità. Definiamo totalmente noi stessi (e gli altri) attraverso le scelte al ristorante, che siano appetizer, amouse-bouche o dessert. Parlare con noi è come leggere il menù del ristorante di Vissani, raccontiamo solo di piatti e bottiglie anche a chi non è minimamente interessato. A casa conserviamo come un trofeo la carta dei vini dell’Enoteca Pichiorri.

9 – Quelli che le foto artistiche.

Come li riconosciamo. Dalla foto che cerca disperatamente di sembrare artistica ma di solito, non ci riesce. Ed è quasi sempre in bianco e nero.

Cosa dice di noi questa foto. Vogliamo che gli altri pensino a noi come degli attori, fotografi, o critici letterari. Ma più spesso siamo camerieri, blogger, semplici critici gastronomici. Con la crisi dell’editoria di settore (guide, riviste…) abbiamo entrate inferiori alla retta annuale che i nostri genitori pagavano per il D.A.M.S. E siamo anche a rischio herpes.

10 – Quelli che la festa.

Come li riconosciamo. Dalla foto dove stanno bevendo, mangiando, in generale facendo baldoria. Hanno in mano un bicchiere, un finger food, un qualche tipo di sigaretta, fanno gli occhi storti e le boccacce.

Cosa dice di noi questa foto. Siamo giovani e stupidi, ci atteggiamo ad esperti ma non siamo mai stati all’Osteria Francescana né da Mauro Uliassi. Ci facciamo condizionare dagli amici e di recente abbiamo usato i bagni di un certo ristorante piemontese — in cui a tarda notte succedono cose che voi umani — per qualcosa di diverso da una pipì improvvisa. Un giorno rimpiangeremo queste foto e le sostituiremo con quelle del nostro matrimonio. Poi con quelle dei nostri bambini.

[Immagini via Facebook]