La maledizione della stella Michelin

C’era una volta un piccolo caffè in un bellissimo parco nel sud-ovest di Greater London, il Petersham Nurseries Café a Richmond, nel Surrey, che aveva ricevuto una stella Michelin, evento di per sé eccezionale per quel tipo di locale. Ma ora, a un anno dal prestigioso riconoscimento, la chef Skye Gyngell lascia tutto per seguire famiglia e progetti più appaganti. Della stella non ne vuole più sapere: “porta solo guai”. Possibile? Si molla così un grande successo? Possibile.

“E’ stata una maledizione. Da quando abbiamo ricevuto la stella siamo stati presi d’assalto ogni giorno, cosa complicatissima da gestire per un ristorante tanto piccolo. E le lamentele sono aumentate“

All’inizio il locale aveva solo 10 tavoli, abbellitti da vasi di fiori che la chef si era portata da casa. Oggi di tavoli ne ha 120 e l’agenda dei clienti annovera nomi illustri, da Madonna a Mick Jagger.

La notizia della stella Michelin aveva sorpreso la signorina Cyngell: “I pavimenti erano sporchi e i bicchieri variamente assortiti, il servizio molto casual e i tavoli ballanti, insomma, non mi aspettavo certo un riconoscimento del genere”.

Ma oggi la chef si lamenta: “Le gente ha molte aspettative rispetto un ristorante Michelin, ma noi non abbiamo tovaglie sui tavoli o un servizio formale”. Skye Gyngell, la prima chef australiana a ricevere la stella, prima ha rimosso dal sito del ristorante ogni traccia del riconoscimento, e la settimana scorsa ha lasciato il locale nelle mani di un altro cuoco, australiano come lei. Si dedicherà alla famiglia e a nuove “avventure”, dice il suo ufficio stampa.

Alcuni giornali inglesi hanno malignato sulla vicenda (non sarebbero inglesi, altrimenti). La giovane chef sarebbe recidiva, le piacerebbe la ribalta e in passato, avrebbe lasciato altre cucine ad alto livello di stress nella stellatissima Mayfair e a Parigi.

Una storia a molte facce. Può il riconoscimento più ambìto per un ristorante rovinare la vita del suo chef? Forse, visto che è già successo in precedenza. E se fosse stata una svista della famosa guida rossa, che recentemente ha rivisto alcuni criteri proprio per includere locali meno formali ma disabituati a quel livello di pressione?

Oppure è l’effetto che la stella Michelin ha sui gastrofanatici, pronti a prendere d’assalto i locali stellati con aspettive al limite dell’umano?

O ancora, la signorina Gyngell ci tiene a essere quello che è, non una reginetta, ma una donna che si diverte lavorando, pronta a rinunciare ai sogni di gloria per seguire i suoi?

A noi rimane il desiderio che il piccolo Petersham Nurseries Café mantenga l’atmosfera invitante e informale di sempre, e vista la temperie, anche i prezzi, perché mangiare stellato con meno di 30£ a Londra è, da solo, un evento da raccontare.

[Crediti | Link: Telegraph, Peter Ham Nurseries, This is London. Immagini: Daily Mail]