Un ristorante dove lasciarsi, reloaded

“Cara Meri Pop, dopo lunga e tormentata storia ho deciso di lasciarlo. Non credo se lo aspetti. Io, invece, mi sono francamente rotta di aspettarlo. Vorrei dunque organizzare qualcosa di non convenzionale. Conosci un ristorante adatto all’occasione? Grazie, Gioia”. Hey, saranno i famosi 15 minuti warholiani ma qui ci-si-cita-ci-si. Comunque, se il tema non vi fa mungere le ginocchia leggiamo la risposta di Meri Pop. “L’esperto in materia enogastronomica è Gimbo (i nomi? I nomi!), al quale cedo volentieri la parola. Non prima di averti detto che, quando le decisioni si riesce a prenderle e non solo a subirle, ma soprattutto quando le si apparecchiano a dovere, fanno (un po’) meno male“. Oh insomma, a questo punto ci tocca leggere l’esperto Gimbo.

“Dipende anzitutto dal modo in cui vuoi mandarlo al diavolo (discreto, freddo, appassionato con scena madre, furioso, comico). A Roma, se i vostri portafogli sono gonfi e se vuoi chiudere alla grande, con classe e fair play, investi lieta in uno di questi “classici”: La Pergola, Il Convivio, Agata e Romeo. Se invece le tue intenzioni sono bellicose, quale posto più adatto di una classica trattoria romana? Anche un furente lancio di ortaggi, o una sputazza a tradimento nel di lui bicchiere, passeranno semi-inosservati in quei luoghi che non hanno mai conosciuto le ansie castranti dell’etichetta. Ce ne sono a centinaia, ma una in particolare mi ritorna in mente per evidente assonanza onomastica: “Gioia Mia Pisciapiano”. Prosit”.

Bene Gimbo, ma forse dobbiamo delocalizzare il tema, la gente mica si lascia solo a Roma, e Milano, e Firenze, e Napoli?

— Poi, all’epoca, un nostro temerario lettore suggeriva McDonald’s così si passa subito al “dove c***o mi hai portato”, evitando ogni altro imbarazzo.

— Ma c’era chi bocciava l’idea del posto rumoroso: “Immagino che uno dei due non capisca le parole dell’altro. “Cos’hai detto scusa?” “Che sei un bastardo traditore!”. Anche se, qualcuno segnalava, confondersi con con chi litiga per la Roma e la Lazio potrebbe essere tattico.

— Altri lettori mettevano in guardia dal lasciarsi in un posto di classe, definitivamente inpalatabile nel futuro.

— Infine il punto di vista femminile: “il luogo diventerà un ricordo  difficilmente esorcizzabile, le donne sono assi nel feticismo del dolore, quindi, deve essere un locale brutto, sporco e lontano dai percorsi abituali. Da non tornarci mai più, insomma”.

In definitiva il discorso è rimasto aperto con gravi disturbi della percezione del locale adatto per lasciarsi. Sia come categoria che come singolo ristorante, voglio dire. Possiamo per favore porre fine al dilemma che la gente nel mondo si separa continuamente e lasciarla senza un posto degno dove farlo pare scortese?

PS. Vietato segnalare una chiassosa sagra del fritto o meglio ancora delle frattaglie. Pezzi di testina o zampetto e a ruota una bella cucchiaiata di salsa verde potrebbero sorvolare la scena.

[Crediti | Link: Supercalifragili, Dissapore, Hotel Julia. Immagine: Stockphoto]