Nel macinato scelto di carne equina dell’Auchan di Torino c’è di tutto (incluso il batterio). Ma non la carne equina

Alla luce di quanto succede — datemi torto — uno tipo me che non compra carne al supermercato potrebbe sperticarsi in auto-applausi consolatori. Ma mi dareste del fazioso, o peggio, del fighetto. Mettiamola così: serenamente, e senza fare di tutta l’erba un fascio, vi invito a prendere coscienza delle potenzialità eversive custodite nella carne dei supermercati. Succede che sfogliando i brogliacci 2010 dell’ipermercato Auchan di Torino in viale Romania, risultino comprati 1.150 chili di carne equina, ma guardaumpò, quelli venduti sono 3.280. Notato qualcosa di strano? Ma no, figurati. Allora bisso: nel 2011 (tra gennaio e aprile) acquistati 340 chili di cavallo e venduti 770. Ora, non sono il consumatore-alfa in preda a imbarazzanti velleità, ma voglio capire, per favore mi fate capire?

In realtà, la spiega è semplice. Dentro il “Macinato sceltissimo di carne equina”, questo si leggeva nelle confezioni vendute al reparto carne fresca dell’ipermercato, c’era di tutto tranne il cavallo, per la precisione un misto di bovino, pollo, suino, ovino. Ma per non farsi mancare niente, c’era pure la listeria monocytogenes, un batterio vitale tra i 3 gradi e i 45, capace cioè di resistere alla cottura e perfettamente a suo agio in caso di tartara. Voglio dire, la listeria qualche ricordino ce lo lascia, bene che vada una gastroenterite, ma anche meningite nei bambini e minaccia di aborto durante la gravidanza. Macinato sceltissimo, eh?

Ora Raffaele Guariniello ha mandato i Nas e il reparto macelleria dell’Auchan è stato così chiuso.

Per non saper né leggere né scrivere io compro il macinato solo da chi me lo macina davanti, ma lo sappiamo, io sono un gastrofighetto. Invece lo faccio (soprattutto) perché c’è una cosa che non so, ed è questa. Quando un supermercato non si limita a vendere, ma produce o confeziona gli alimenti, è tenuto a rispettare le stesse regole delle aziende che producono e confezionano gli alimenti? E ancora, è sottoposto allo stesso tipo e allo stesso numero di controlli?

Così, per non essere sempre consumatori irragionevolmente sottomessi.

[Crediti | Link: La Stampa, Wikipedia, Il Fatto Alimentare, immagine: La Stampa]