Perché il kebab di Capriate e Trezzo conta più della Milano di Moratti e Pisapia

Si rivota. Un po’ in ritardo rispetto al primo turno ma in anticipo sul ballottaggio. Ennò, Pisapia e la Moratti non c’entrano, quella è robetta, tzé. Qui oggi si vota per decidere dove va il mondo, per capire se davanti al cambiamento ha ragione chi si chiude a riccio o chi getta il cuore oltre l’ostacolo.

Siete pronti? Allora vai: globalizzazione vs particolarismo di paese… o per arrivare al punto: kebab sì o kebab no.

Nel gennaio 2009 il comune di Lucca (giunta Pdl con lista civica) vara un regolamento che impone a bar e risporanti di avere in lista almeno un piatto tipico della lucchesia, che sia castagnaccio, torta di neccio, frissoglia, pasimata, non importa. L’obiettivo è mettere un freno all’invasione dei kebabbari, i negozetti di immigrati che vengono cuscus e kebab.

Nella primavera 2009, sempre per frenare l’invasione dei negozi di kebab, la Regione Lombardia emana una legge che vieta di mangiare per strada, visto che il kebab più comune è un involto di pane che racchiude la carne affettata (la legge non viene applicata perché colpisce anche gelaterie e pizzerie al trancio, con effetti devastanti sul consenso).

Così tanti altri divieti simili in giro per l’italia: Altopascio, Bergamo, Venezia.

Il più restrittivo a Capriate San Gervasio, Bergamo profonda, dove la giunta leghista decide che il divieto di accesso alla centrale via Vittorio Veneto non riguarda risto, bar e pub, ma solo i locali di chiara impronta etnica, costretti a traslocare in periferia. La decisione di un’amministrazione semi-decomposta e colante formaldeide? Quello che volete, comunque la decisione di Capriate San Gervasio.

Tra Capriate San Gervasio (provincia di Bergamo) e Trezzo d’Adda (provincia di Milano) c’è la distanza di un ponte. In bicicletta, si passa da una parte all’altra con “72 giri di pedale”. Ecco, allora cosa può esserci di così bifronte a 72 pedalate di distanza? E perché proprio la riva dell’Adda dovrebbe dirci dov’è che sta andando il mondo?

Perché da duecento anni, a Trezzo d’Adda, c’è una delle più antiche e operose aziende lombarde, la Fratelli Beretta, famosa per i suoi salumi: coppe, bresaole, prosciutti, salami e da qualche giorno anche… KEBAB!!!

Capito? A Capriate si proibisce il kebab, a Trezzo, tipo vendetta involontaria, si produce a tonnellate.

Bene, adesso tocca voi dirci da che parte state, il seggio virtuale di Dissapore è ufficialmente aperto. Votate Capriate San Gervasio perché i cambiamenti vi spaventano e difendete la vostra identità costi quel che costi? O votate Trezzo perché siete aperti alle novità e tanto fermare il mondo che cambia non serve a nulla?

[Crediti | Link: Jacopo Giliberto, dissapore, Repubblica Milano. Immagine: Odilillypoldy]