Regina Margherita e il riciclaggio. In fondo capire come vanno le cose in Italia è facilissimo

Una volta ho sentito Vissani dire che il successo di un ristorante è “sudore in mezze ‘e cosce e su ‘e orecchie”. Traducendo dal Novissimo Dizionario della Lingua Vissanica significa che far soldi con i ristoranti è faticoso, senza contare che incidono altre componenti, non ultima la fortuna. Per cui mi chiedo spesso come facciano tutte queste catene di ristoranti-pizzerie spuntate dal nulla negli ultimi anni. Un’epidemia che sembra contraddire il Maestro umbro, abbiamo due soldi da investire, evviva evviva apriamo un ristorante.

Ieri la Direzione Investigativa Antimafia di Napoli ha messo i sigilli alla catena di pizzerie Regina Margherita, sequestrando in tutto 17 locali (spiccano il bar Ballantine, I re di Napoli, la paninoteca Dog Out, il ristorante Villa delle Ninfe a Pozzuoli). Sigilli anche a Genova, chiusa anche qui la pizzeria Regina Margherita, poi la gelateria Cavalier Cocozza e il pub-grill Next.

Dicono i giornali che le indagini riguardano una “ingentissima attività di riciclaggio e di usura e il reinvestimento di capitali illeciti in catene di ristoranti, pub e bar distribuiti prevalentemente sul lungomare napoletano, ma con ‘filiali’ anche a Caserta, Bologna, Genova , Torino e Varese”. In altre parole, alcuni camorristi legati al clan Lo Russo investivano i proventi di azioni criminali in attività lecite nel settore della ristorazione. Sempre dai giornali apprendo che una banca è sospettata di aver effettuato una serie di operazioni per ripulire il denaro.

Nell’inchiesta c’è un nome eccellente, quello di Fabio Cannavaro. Il calciatore al momento non è indagato, ma secondo le indagini avrebbe fatto da prestanome all’imprenditore Marco Iorio, legato a clan camorristici. Um, cosa c’entra ora Fabio Cannavaro? C’entra perché risulta socio della società “Regina Margherita Group”, anche se lui dice che Marco Iorio è solo un amico. Del resto, Fabio Cannavaro è socio anche nella catene di pizzerie Rossopomodoro del gruppo Sebeto. Sembra avere insomma una genuina passione per la pizza.

Certo, per uno che tempo fa si era detto preoccupato dall’equazione Italia=Mafia suggerita da Gomorra, il libro di Saviano, la notizia di ieri è un po’ una macchia, ma tant’è, non si può avere tutto dalla vita.

Sempre in questa indagine è indagato il capo della squadra mobile di Napoli, Vittorio Pisani, con l’accusa di favoreggiamento nei confronti di Marco Iorio, uno che, evidentemente, è pieno di amici. Il super poliziotto avrebbe rivelato a Iorio notizie riservate sull’inchiesta in corso, consentendogli di sottrarre beni al sequestro e di depistare le indagini tentando addirittura la vendita delle pizerie a dei prestanome.

Alla fine di tutta questa vicenda sapete cosa credo? Dico a proposito del sequestro di una catena di pizzerie e dell’indagine sul capo della squadra Mobile di Napoli. Dico che in fondo capire come vanno le cose in Italia, e perfino a Napoli, ho detto NAPOLI, è più facile di quel che sembra. Anzi, facilissimo.

[Crediti | Link: Repubblica, Il Secolo XI, Rossopomodoro, Corriere. Immagini: Repubblica Napoli]