Tangenti, Tavolino Selvaggio e il resto: cos’altro dobbiamo vedere nella Roma di Alemanno?

A Roma nevica anche quando c’è il sole. Ti giri e vedi un disastro. Vuoi una bella vista sul Colosseo? Che problema c’è. Allarghiamo i marciapiedi da 2,5 a 5,5 metri e te lo guardi dal tavolino del bar. Anche perché se ti avvicini spunta il solito inguardabile chiosco con la sua deliziosa proposta culinaria a farti passare la poesia. Davvero un bel progettino e soprattutto un affare, visto che gli esercizi commerciali possono posizionare le loro pedane e i lori ombrelloni per soli 78 centesimo al metro.

Il Corriere parla di Tavolino selvaggio, ma sono accecati dall’odio ideologico, sicuramente. Il comune lo fa per i pedoni, che diamine: «Obiettivo dell’intervento è quello di garantire sicurezza alla mobilità pedonale, attraverso l’adeguamento, la ricostruzione di un’ampia continuità pedonale di tutte le suddette aree». Poi se a trarne beneficio sono i bar e ristoranti che si susseguono di fronte all’Anfiteatro Flavio, tra l’angolo con via di san Giovanni e il parcheggio taxi prima di via Claudia, è solo una coincidenza.

E’ noto come il comune di Roma abbia però un rapporto ambivalente con gli esercizi commerciali, visto che la famosa enoteca Bernabei ha denunciato il pizzo e attaccato il comandante dei vigili Angelo Giuliani per mancanza di intervento. Secondo Bernabei alcuni agenti hanno abusato del proprio potere in un pericoloso sistema di concussione. Brutto affare dai contorni però tutt’altro che chiari come racconta anche Intravino. E magari il tappo è saltato perché sono mutate le cifre dell’estorsione. Intanto Alemanno si dice abbia prenotato una camera fissa dentro il palazzo di giustizia e al sentire nominare Angelo Giuliano sembra che abbia degli sfoghi cutanei.

La domanda è: cos’altro dobbiamo vedere nella Roma di Alemanno? I monumenti storici perdono pezzi, la nuova metropolitana rischia di diventare l’opera pubblica più costosa della storia italiana, la sanità è sull’orlo del disastro, le assunzioni Atac e Acea gridano vendetta, le concessioni all’edilizia partono sulla base di veri e propri ricatti, il sistema fognario è totalmente andato e le compensazioni fioccano. Isolato e delegittimato anche all’interno della sua coalizione, il sindaco – circondato da dirigenti che preferiscono fomentare le corporazioni dei taxi piuttosto che provare a gestire un bilancio che equivale a quello della Bulgaria – rimbalza da uno scandalo gestionale all’altro e Roma sembra l’elefante sul filo di una ragnatela che raccontiamo ai bambini per portarli a letto.

Solo che poi ci svegliamo.

[Crediti | Link: Corriere Roma, Repubblica Roma, Intravino, immagine: LocaliRoma.it]