Dove mangiare a Brunico: i migliori ristoranti nella meta gastronomica dell’Alto Adige

Dal fine dining alle birrerie cittadine, passando per le solide trattorie di tradizione altoatesina, Brunico è oggi ideale per un viaggio gastronomico. Ecco i 14 ristoranti da provare in città e nei suoi dintorni, in tutte le fasce di prezzo.

Dove mangiare a Brunico: i migliori ristoranti nella meta gastronomica dell’Alto Adige

Cuore pulsante della Val Pusteria, meta turistica estiva ed invernale, città di arte e cultura, Brunico ha visto crescere negli ultimi anni una scena gastronomica variegata e vivace, capace di rendersi indipendente dal forte legame con le tradizioni altoatesine, non rinnegandole ma reinterpretandole, rileggendole in chiave moderna o in alcuni casi abbandonandole del tutto.

Se l’arrivo di Norbert Niederkofler ha sancito definitivamente l’ascesa della cittadina nell’olimpo delle mete gastronomiche, il cambiamento era in realtà visibile già da tempo. Lo chef di Cook the Mountain ha impresso un’accelerazione finale ad un fenomeno che ha compiuto una crescita lenta e graduale e per questo capace di sedimentarsi bene e di rimandare un’immagine coordinata, coerente, condivisa e di collaborazione. Ecco allora una serie di indirizzi che permettono di capire al meglio questo quadro (molto ben) articolato: dalle insegne più classiche a quelle di fine dining, passando per birrerie cittadine, vale la pena provare davvero tutto.

Norbert Niederkofler

Atelier Moessmer

Impossibile non partire da un nome anziché da un’insegna, anche perché in questo caso l’offerta dello chef che ha dato vita al progetto-filosofia Cook the Mountain si declina in più luoghi che hanno segnato la definitiva trasformazione di Brunico in meta gourmet. Ecco allora Atelier Moessmer, nell’ex villa padronale dell’omonima fabbrica di tessuti Moessmer: 3 stelle Michelin, stella verde ed una trentina di posti per un unico menu cui è possibile aggiungere i piatti iconici dello chef, come la tartare di coregone e gli gnocchi di rapa rossa.

Ci si sposta poi al AlpiNN, sulla vetta di Plan de Corones a 2.275 metri, nello stesso edificio del LUMEN, il museo dedicato alla fotografia di montagna, dove la proposta guarda alla dimensione del bistrot. Si sceglie alla carta o a degustazione (4 portate, 81 euro). Infine, l’ultimo e più recente tassello dell’universo niederkofleriano è Ansitz Heufler, una dimora storica rinascimentale risalente al 1580 a Rasun di Sopra, in Val Anterselva.

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Residenza privata fino a qualche tempo fa, è stata oggetto di un restauro conservativo che l’ha trasformata in una struttura ricettiva mantenendo il fascino di un tempo: la stube rivestita in legno intagliato, i soffitti affrescati, le volte a botte e la “Rauchkuchl”, la cucina con il focolare aperto sono la cornice all’interno della quale trova spazio l’offerta gastronomica, che abbandona il linguaggio del fine dining a favore di piatti rassicuranti, tradizionali, confortevoli, mantenendo sempre la coerenza complessiva della visione dello chef. Ecco allora taglieri di salumi e formaggi, canederli al graukäse, mezzelune di ricotta e spinaci, frittatensuppe, pappardelle ai funghi, cotoletta di vitello alla milanese e mirtilli rossi, stinco di maiale al forno. Consigliabile conservare uno spazio per i dolci, in particolare per il kaiserschmarren con uvetta, rum e mirtilli rossi. Prezzi: antipasti 14-24 euro, primi a 16 euro, secondi tra 18 e 25.

Weiss lamm

Weisses-lamm

Per gli amanti del classico, sia in termini di proposta gastronomica che di arredi e stile, l’Agnello Bianco resta un punto fermo. Ciò non significa immobilità o incapacità di rinnovarsi quanto piuttosto capacità di mantenere un’offerta costante nella qualità e nella cura. Immancabili i grandi piatti locali. Canederli, zuppa d’orzo, schlutzkrapfen, gulash, stinco di maiale e ovviamente strudel: ci sono proprio tutti. Parte dell’esperienza piacevole è data anche dall’atmosfera, coinvolgente grazie a rivestimenti in legno, stube e decorazioni.

b.local

b.local

Un nome che è effettivamente un manifesto per questa insegna che fa del legame con la regionalità, della sostenibilità e del sostegno alle produzioni locali e ai relativi produttori i propri punti di riferimento. Ecco è perché il menu cambia non solo stagionalmente ma anche in relazione all’effettiva disponibilità dei prodotti.

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L’eleganza nella presentazione dei piatti rispecchia quella del locale, moderno ma non respingente. Da menzionare l’attenzione alle proposte vegetariane, con interessanti e valide trasversalmente. Dalla carta, vale la pena segnalare la tartare di manzo battuta a coltello con capperi di sambuco e miso al papavero o con insalatina ai finferli, il risotto al formaggio grigio, aceto di mele, pane pucia ed erba cipollina, la spalla di vitello arrosto e il salmerino al vapore con radici e noci.

Cosmo Restaurant& Bar

In pieno centro cittadino, questo ristorante strizza l’occhio ad una visione conviviale moderna, giovane e cosmopolita. E’ l’insegna gastronomica che afferisce all’Hotel Post. In carta i grandi classici della tradizione altoatesina oltre a proposte più trasversali e internazionali, come felafel, gazpacho, salmone alla griglia. Vengono proposti anche menu degustazione e settimane tematiche dedicate ai sapori della stagione.

K.Bernardi – Enotheque

barnardi-bruneck

Un’enoteca che porta la firma di Karl Bernardi, macellaio e imprenditore che da tempo ormai rappresenta un punto di riferimento per gli appassionati ed i buongustai. Se il suo negozio lungo la via Centrale resta una meta di pellegrinaggio per fare acquisti e portare a casa souvenir gastronomici, per un assaggio da godere appieno e con più calma meglio accomodarsi nello spazio appena oltre il fiume, poco distante.

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La carta accosta il menu del giorno, che varia, ai piatti classici, che vedono centrali le proposte di carne (tartare, roastbeef all’inglese, filetto, costata, éntrecôte con patate arrosto, würstel fatti in casa) cui si aggiungono bruschette e antipasti, primi piatti di pasta o riso. Bella carta vini, che valorizza le referenze altoatesine.

Rienzbräu

rienzbrau

Per chi ama la birra, ecco un’insegna di riferimento. La produzione viene fatta 3-4 volte a settimana per una totale di circa 750 hl l’anno. Se ci si ferma per un bicchiere, è possibile estendere la sosta per mangiare: l’offerta è costruita in modo da accontentare tutti. Si spazia dalla cucina altoatesina a piatti a base di carne o pesce, oltre a pizze e insalatone. Molto scenografico l’oblò in vetro sul pavimento del ristorante dal quale è possibile vedere e sperimentare la fermentazione della birra nel fermentatore scoperto.

Hotel Petrus

Kaminstube Hotel petrus

E’ duplice l’offerta gastronomica dell’Hotel Petrus a Riscone di Brunico, a Plan de Corones, insegna a gestione familiare fieramente gestita da tre sorelle – Brigitte, Christina e Daniela – insieme ai genitori. Da un lato c’è il Kaminstube, in cui gli chef Youssef Farsane e Fabian Kammerer curano una carta che guarda a prodotti e aziende agricole locali (sintetizzata dal menu proposto il giovedì, da 7 portate).

Dall’altro c’è il Ristorante Petrus, recentemente vincitore del German Design Award 2025. La cucina è affidata ad Hannes Baumgartner e in linea con la filosofia più generale, guarda a prodotti biologici, stagionali e produttori limitrofi. In estate, molti dei prodotti sono coltivati nell’orto del ristorante.

Langgenhof

Langgenhof

La famiglia Mutschlechner gestisce l’hotel Langgenhof, poco lontano dal centro di Brunico, con uno sguardo che unisce attenzione per gli ospiti, per l’ambiente, per la salute e per il cibo. Per questo l’offerta gastronomica non è casuale ma costruita con un senso. Pochi piatti, rispetto dei classici con qualche divagazione extraterritoriale, ma soprattutto grande attenzione a formaggi ed erbe: l’orto che rifornisce il ristorante, infatti, si trova presso il maso distante una decina di minuti dall’hotel. Vi si coltivano oltre 150 erbe e piante aromatiche con impiego, oltre che gastronomico, anche fitoterapico.

Lerchner’s In Runggen

Lerchner

Stella Verde Michelin per questa insegna a San Lorenzo di Sebato: la deviazione però merita poiché l’insegna nel tempo ha progressivamente affinato il proprio sguardo sul mondo vegetale senza tuttavia arrivare a derive estreme. La carne rimane – e il maso situato a fianco, dove si allevano bovini da carne è lì a testimoniarlo – ma i piccoli assaggi chiamati “tapas tirolesi” invogliano decisamente di più: minitirtlan, humus di erba cipollina, frittelle di patate e krapfen di segale fritti, oltre a canederli pressati al formaggio grigio. Presente comunque il gröstl ed il gulash di manzo. Menzione per il pane e grissini fatti in casa.

Castelbadia

Castelbadia

Si rimane a San Lorenzo di Sebato per la nuova avventura di Alberto Toè, che dopo aver lasciato Horto è approdato in un contesto di ospitalità di lusso, in cui l’offerta gastronomica è parte di un’esperienza più ampia di accoglienza. Voluto dal conte Otwin von Lurngau, Castelbadia, in tedesco Sonnenburg (letteralmente “castello del sole”) ha dato il nome alla valle su cui si affaccia e fin dal Medioevo ha esercitato un’influenza profonda su tutta la regione.

Trasformato da Volkhold, figlio di Otwin, in un monastero benedettino, divenne ospedale militare nel 1785 su ordinanza dell’imperatore Giuseppe II e negli ultimi anni è stato oggetto di lavori di ristrutturazione che he hanno fatto una struttura raffinata, capace di mantenere il valore storico. C’è da ritenere che Toè saprà apporre la propria firma alla proposta del luogo, mettendo a frutto le sue precedenti esperienze.

Oberraut

Oberraut

Ad Ameto, frazione immersa nei boschi da cui si domina Brunico, Gasthof Oberraut è una solida insegna da quattro generazioni. Nel tempo la cucina si è modernizzata e se l’attenzione alle materie prime e alle tradizioni è rimasta inalterata, le trasformazioni hanno investito impiattamenti e condimenti. La carta conta su poche proposte per sezione e varia a seconda della disponibilità delle materie prime e della stagione. Oltre a salumi locali, canederli, tirtlan, grostl, meritano i ravioli di patate con erbe, tutte i piatti con la selvaggina e, in chiusura, le golose frittelle di mele e i canederli con le albicocche.

Sichelburg

Sichelburg

Ad una decina di minuti d’auto da Brunico, Falzes conserva questo bellissimo castello di origini trecentesche. Il ristorante Sichelburg si trova al primo piano e tra sale con pareti di legno, stube e volte del XIV secolo sembra davvero di rivivere i fasti del passato, tra i vari passaggi di testimone degli antichi proprietari – i Plazoller, gli Jückl di Dobbiaco, i Mörl e i Mayrhofen.

Dal 1999, il Sichelburg è di proprietà del Comune di Falzes e dal 2013 Mirko Mair ha preso in mano le redini della cucina proponendo una carta prevalentemente altoatesina. Ci sono anche tre menu degustazione, da 3, 4, e 5 portate, di carne o di pesce, rispettivamente a 55, 68 e 85 euro (59, 74 e 92 per il pesce).

Tanzer

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Issengo è un paesino che fa parte del comune di Falzes. Noto ai frequentatori della zona per Bergila, un’affermata distilleria di olio di pino mugo con giardino di erbe aromatiche, da qualche tempo lo è anche per il gourmet e boutiquehotel Tanzer, che la famiglia Baumgartner Rieder ha voluto rinnovare valorizzando la struttura di un tempo con un design moderno ed essenziale, puntando su materiali sostenibili, attenzione a benessere e al relax.

La stessa impostazione si ritrova nei piatti in cui si abbandonano le radici per guardare lontano, verso sapori mediterranei e contaminazioni. Interessanti i menu degustazione: Pomodoro, una “verticale” in cui l’ortaggio è al centro della proposta e viene declinato in 4 portate, dall’antipasto al dolce (90 euro), Gourmet, in cui spicca il bel bao di segale con finferli e speck d’anatra (4 portate, 93 euro) e Powered by plants, interamente vegetale (7 portate, 71 euro).

Schöneck

Schoeneck

Solida stella Michelin (dal 1996) in quel di Molini di Falzes, Schöneck è prima di tutto una storia familiare, quella dei Baumgartner: Karl (in cucina), Mary e Siegi (servizio e cantina) da oltre trent’anni accolgono gli ospiti con classe e professionalità. Tra eleganti arredi lignei, bauernstube, la veranda di legno in stile fine e la terrazza in cui accomodarsi nella bella stagione, l’insegna restituisce è perfettamente lo spirito della tradizione altoatesina confermato a tavola da piatti che non fanno voli pindarici ma reinterpretano con classe i sapori del territorio, cui si aggiunge qualche proposta di pesce. Bella la carta dolci con gelati e sorbetti fatti in casa.