Green Pass: obblighi, sanzioni e controlli che pesano sui ristoranti

Ai ristoranti l'onere dei verificare il Green Pass (e eventualmente la carta di identità) dei clienti, dal 6 agosto: cosa sappiamo, fino ad ora, sugli esercenti-controllori e su chi li controllerà.

Green Pass: obblighi, sanzioni e controlli che pesano sui ristoranti

Quindi, dal 6 agosto il Green pass sarà obbligatorio per una serie di attività, tra cui sedersi al chiuso ai tavoli di bar e ristoranti. Ma in pratica cosa succede, come sarà regolato il funzionamento del passaporto vaccinale, chi dovrà controllare la certificazione verde, e quali saranno le sanzioni in caso di mancata osservanza? Vediamoci chiaro, perché una serie di obblighi sono in capo ai ristoratori.

Green pass obbligatorio, chi effettua i controlli

Saranno gli stessi ristoratori a dover controllare il Green pass all’ingresso. Il decreto legge del 23 luglio dice che “I titolari o i gestori dei servizi e delle attività (…) sono tenuti a verificare che l’accesso ai predetti servizi e attività avvenga nel rispetto delle prescrizioni. Le verifiche  delle certificazioni verdi COVID-19 sono effettuate con le modalità indicate dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri adottato ai sensi dell’articolo 9, comma 10. Il Ministro della salute con propria ordinanza può definire, eventuali, ulteriori misure necessarie in fase di attuazione della presente disposizione”. Si aspetta quindi un Dpcm che chiarisca vari aspetti relativi alla tecnologia e alla privacy.

Come funziona VerificaC19, la nuova app

“Nelle more dell’adozione del predetto decreto, per le finalità di cui al presente articolo possono essere utilizzate le certificazioni rilasciate in formato cartaceo”. Ma a breve dovrebbe arrivare una nuova app sviluppata dal ministero della Salute, VerificaC19 – che si spera abbia una vita più fortunata di Immuni. Con l’app basterà inquadrare il QR code del cliente – quello salvato nella galleria immagini sullo smartphone o quello stampato – e il software fornirà la risposta: spunta verde, o segnale rosso (se per esempio il codice QR è scaduto perché sono passate più di 48 ore dal tampone, o 6 mesi dalla guarigione, e ancora 9 mesi dalla seconda dose, o 42 giorni dalla prima dose, che salgono a 84 se il vaccino è Astrazeneca).

Tutto qui? In teoria il “verificatore“, ovvero il gestore del locale nel nostro caso, può anche chiedere il documento di identità, visto che l’app fornisce solo nome e cognome. Non lo dice questo decreto ma una norma precedente, il Dpcm del 7 giugno scorso (“L’intestatario della certificazioneverde COVID-19 all’atto della verifica di cui al comma 1 dimostra, a richiesta dei verificatori di cui al comma 2, la propria identità personale mediante l’esibizione di un documento di identità”).

Le multe per clienti e ristoratori

Che succede se le suddette regole non vengono rispettate, e cioè se un cliente viene fatto entrare anche senza Green pass? Nonostante le proteste della Fipe-Confcommercio (vari esponenti locali hanno affermato in questo giorni: “Non possiamo trasformarci in controllori o sceriffi”), le sanzioni sono sia per i clienti che per gli esercenti: da 400 a 100 euro. Non solo, perché se le trasgressioni sono ripetute, tre volte in tre giorni diversi, il locale può venire chiuso da 1 a 10 giorni.