Il buonappetito: la differenza tra osteria e trattoria oggi

Trattoria e Osteria: qual è la differenza oggi? Cosa intendiamo di preciso con le due parole?

Antica Osteria di Montecarelli

Oh, della disamina sulla parola “osteria” non ne posso quasi più. Dunque provo a mettere un punto fermo, se non altro per me medesimo.

Saltando a piè pari la questione dell’Osteria Francescana —solo gli haters a tempo pieno ancora lamentano “si chiama osteria e costa trecento euro! SVEGLIA GENTE1!!!!!1!!— è chiaro che “Osteria” oggi non vuol dire quello che significava mezzo millennio o quarant’anni fa, quando Guccini evocava quelle di “fuori porta”.

Esattamente ventotto anni fa la parola “Osteria” è stata adottata da Slow Food e con Slow Food è cresciuta.

[Osterie d’Italia 2018 di Slow Food regione per regione]

Quelli di Carlin Petrini hanno preso una parola abbandonata, desueta, svuotata di significato —negli anni Ottanta nessuno più diceva “andiamo in osteria” se non qualche anziano di paese— e l’hanno risemantizzata, utilizzando “osteria” come i francesi stavano facendo con “bistrot” e il movimento della bistronomie: locali con buona cucina, buoni vini, informali, consapevoli, con prezzi non bassi ma corretti.

Questa nuova “osteria” era ed è totalmente diversa dall’osteria d’un tempo, a partire dall’identità: l’osteria storica era intimamente popolare, direi proletaria; quella à la Slow Food è intimamente borghese (tant’è che tante “chiocciole” della guida osterie sono anche “Bib gourmand” della Michelin).

Ma va bene così: tanto di “osterie” d’un tempo non ce n’era più (l’unico posto che io conosca che dia solo da bere e permetta di portarsi da mangiare da casa è l’Osteria del Sole di Bologna), e una parola per indicare le soste popolari esiste tutt’ora, ed è “trattoria”.

Ricapitolando: oggi “trattoria” significa posto popolare, e “osteria” significa posto “smart” (scusate l’inglesismo).

[Pop: le 10 migliori trattorie del 2017]

Poi ci sarebbe da capire cosa vuol dire “ristorante”, visto che chiamiamo con lo stesso nome le soste tradizionali e quelle innovative, il cui rapporto è come quello tra la sinfonica e il rock.

Sarebbe bello qualcuno specializzato —che so, Guida Michelin, Identità Golose, L’Espresso…— trovasse due parole per distinguere due idee di ristorazione così diverse.

Ma di questo parliamo un’altra volta.

il buonappetito osteria rubriche trattoria