Londra, il sogno di lavorare nei ristoranti e la Brexit: il buonappetito

Londra: che fine fa il sogno comune a molti giovani italiani di lavorare nei ristoranti con la Brexit?

Londra, il sogno di lavorare nei ristoranti e la Brexit: il buonappetito

Stamattina non c’è giornale che non dia la notizia: sull’onda della Brexit l’Inghilterra vuole vietare agli stranieri d’andarci a cercar lavoro. In sostanza: potranno entrare a Londra solo i super-competenti, quelli già ad alta specializzazione.

Proprio Londra, che ha rappresentato il sogno per tanti cuochi, ristoratori e lavoratori italiani.

Penso ad esempio a Enrico Baronetto, che magari non conoscerete ma è uno dei direttori di ristorante più importanti al mondo.

Enrico è fratello di Matteo, lo chef di Del Cambio a Torino. Lo studio non ha mai fatto per lui, e, ragazzo, se n’è partito per Londra in cerca di lavoro e di una vocazione.

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Bene: ha trovato tutti e due. Eccome se li ha trovati.

Oggi meno che quarantenne, è già stato per cinque anni Restaurant Manager del tre stelle di Gordon Ramsay e da dicembre 2017 è direttore del tre stelle Alain Ducasse at the Dorchester: uno dei locali più pazzeschi del globo, a fianco del più grande chef-imprenditore vivente.

Capito?

Baronetto è arrivato a Londra senza nulla se non talento e volontà ed è diventato uno dei protagonisti indiscussi del suo settore, occupando posizioni che definire “apicali” è poco.

Se non avesse avuto l’occasione, se non fosse potuto entrare in inghilterra non avrebbe mai fatto la sua carriera e il mondo della ristorazione avrebbe perso uno dei suoi più grandi professionisti.

Questa cosa delle frontiere blindate farà male a tutti. Anche ai ristoranti.