Ristoranti e no show: bisognava parlare di multa per farsi capire dal pubblico

Un'intervista a Cristina Bowerman riporta sotto i riflettori il problema del no show, utilizzando terminologie nuove (e forse più comprensibili), come "multe" o "penali".

Ristoranti e no show: bisognava parlare di multa per farsi capire dal pubblico

A Roma i ristoratori propongono multe fino a 200 euro a chi prenota e non si presenta. Conferma anche Cristina Bowerman, che nel suo Glass Hostaria di Trastevere fa pagare a chi dà buca una penale di 75 euro, come spiega in un’intervista. Signori e signore, ecco finalmente spiegato il no show al grande pubblico.

A tutti quelli che si indignano, a tutti quelli che sui social partecipano al dibattito sulle multe per i clienti non rispettosi del lavoro altrui, ricordiamo che le penali per il no show sono più o meno sempre esistite. Perfino in Italia, dove l’usanza di lasciare la carta di credito al momento della prenotazione non è così diffusa come all’estero. Qui da noi, ad applicare questo sistema sono quasi esclusivamente i ristoranti stellati, ma il problema del no show è antico e diffuso, e crea danni notevoli ai ristoratori. Tavoli da più persone lasciati vuoti senza avvisare, magari in un bel sabato sera in cui è stato necessario mandare via altri clienti. La soluzione c’è, ed è richiedere la carta di credito a garanzia della prenotazione. Solo che, fine dining escluso, sono in pochissimi a farlo, e il cliente percepisce questa richiesta in maniera negativa, quasi si sentisse offeso o peggio truffato. Insomma, se mi tutelo rischio di urtare la sua sensibilità e farmelo scappare, soprattutto se la maggior parte dei colleghi non lo fa.

Il No Show: i nodi vengono al pettine

C’è da chiedersi però se oggi tollerare il No Show sia ancora sostenibile. I ristoratori arrivano da un periodo che li ha messi estremamente in difficoltà: il lockdown, il Green Pass, e ora le bollette impazzite. Difficile far fronte alle spese, figurarsi se i tavoli rimangono vuoti per colpa di qualcuno che non si è premurato di avvisare. Insomma: forse è davvero arrivato il momento di allargare il sistema delle “penali” per chi si comporta scorrettamente.

E forse il modo giusto per farlo capire al cliente è parlare di multe, utilizzando una terminologia semplice, chiara, diretta. Una terminologia che probabilmente farà indignare molti (a chi piacciono le multe?) ma che è utile a far capire l’antifona. La prenotazione al ristorante è un contratto non scritto che prevede che io ti tenga il tavolo, e che tu ti presenti a cena. Se vieni meno a questo accordo e non mi avvisi, sono in diritto di trattenerti una fee (adeguata) per il costo di prenotazione. Perché sia effettivamente così, forse, il tutto andrebbe regolarizzato in maniera chiara, in modo che entrambe le parti siano coscienti della situazione.

I casi limite, altro che multe

Dabiz Muñoz Diverxo

Una regolarizzazione del no show e della relativa sanzione aiuterebbe anche i clienti, che spesso – se frequentano i ristoranti stellati – si trovano in difficoltà di fronte alle politiche intraprese sull’argomento. Potremmo citare l’esempio del meraviglioso ristorante Hiša Franko di Ana Ros, dove qualche anno fa ci trovammo di fronte a una prenotazione impossibile, con piatti sottratti dal menu degustazione in caso di ritardi del cliente rispetto all’orario stabilito. Oppure l’episodio di cui siamo stati testimoni da Mauro Uliassi, dove a fronte di una prenotazione per otto persone ci siamo trovati solo in sette (uno, poveretto, aveva perso il treno), e nonostante il tavolo fosse rimasto tutt’altro che vuoto l’ottavo commensale ha dovuto pagare la penale per il suo no show.

E ancora, in ristoranti pluristellati all’estero (come da Dabiz Munoz, dove un menu bevande escluse costa obbligatoriamente 365 euro) il prezzo della cena si paga al momento della prenotazione (“come se fosse un biglietto per una partita allo stadio”, spiega la mail di conferma inviata dal DiverXO), ma se disdici due settimane prima il biglietto ti verrà rimborsato. Dopo, nonostante non sia esattamente un “no show” disdire con dieci giorni d’anticipo, non è dato sapere se la somma tornerà nelle tue tasche o meno.

Insomma: una policy condivisa e regolarizzata sul no show tutelerebbe tutti quanti, il ristoratore ma anche il cliente, che si trova ad accettare regole diverse a seconda del posto dove decide di mangiare. Cosa aspettiamo a renderla una prassi?