Colbert a Roma: com’è e cosa si mangia

Colbert è un nuovo bistrot di Trinità dei Monti ricavato all’interno di Villa Medici, dal 1803 sede dell’Accademia di Francia a Roma, aperto da 4 giovani imprenditori romani che hanno affidato il menu ad Arcangelo Dandini. Ecco le prime impressioni

Colbert a Roma: com’è e cosa si mangia

In un pomeriggio che primaverile non è, tanto meno romano (una primavera questa che, come dicono a Roma, se capisce e nsecapisce) ho scoperto “Colbert”, nuovo bistrot di Trinità dei Monti ricavato all’interno di Villa Medici, dal 1803 sede dell’Accademia di Francia a Roma.

Uno spazio caffetteria e cucina accessibile al pubblico e a chi vuole godersi la villa –non dire mai abbastanza quanto è bella–, con un orario d’apertura particolare (così ha voluto la direzione del museo): dalle 10 alle 19, in modo da coprire colazione, pranzo, merenda e aperitivo. Il giovedì si può anche cenare.

Del resto lo sappiamo, dopo i locali che celebrano gli chef star della tv, il foraging dei cuochi con i baffi all’insù e gli estrosi spazi gourmet degli stilisti, è il momento dei musei.

Mi hanno invitato all’inaugurazione ufficiale visto che il locale era in rodaggio già da un paio di mesi: un’occasione per presentare il posto nel cuore di Roma e l’idea dei quattro giovani imprenditori romani che si sono aggiudicati il bando pubblico per la gestione.

Camilla Porlezza e Marco Baroni, la coppia di ex pubblicitari che 3 anni fa ha aperto una pasticceria in zona Eur, La Fonderia, replicando due anni dopo a Prati, nonché Maddalena Salerno e Marco Del Vescovo, ideatori di Mezzi, agenzia di “pubblicità itinerante” che noleggia veicoli speciali per lo street food come l’Ape Piaggio.

I quattro hanno deciso di rottamare il triste frigorifero pieno di gelati Algida per far posto a una cucina che intende realizzare un concetto particolare di fusion: cucina romanesca e omelette, hamburger e formaggi francesi, oltre a dolci, pasticceria e una bella scelta di vini.

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Il menu è curato da Arcangelo Dandini, cuoco e patron di L’Arcangelo, indirizzo noto ai romani per la quantità di perfezione continuamente applicata alle pastasciutte, e di Suppliziodedito a un’impeccabile declinazione di un altro piatto tradizionale romano: i supplì. 

Il palazzo cinquecentesco che domina la città dalla collina del Pincio, già residenza di artisti circondata da un giardino che si estende per oltre sette ettari, offre una vista splendida, c’è poco da dire.

Interni principeschi, anzi ducali (si mangia nella Galleria del duca Ferdinando de’ Medici tra capolavori post rinascimentali), pareti decorate da illustri pittori, tavoli disegnati da noti architetti, sedie in ferro, alternanza di colori, piacevole integrazione tra elementi storici e moderni.

Per una volta ci viene risparmiato l’onnipresente “spaiato” (sedie e tavoli tutti diversi) che ha tristemente uniformato molte delle aperture romane recenti.

Il giardino dei limoni è l’asso nella manica per la stagione estiva e lascia una buona impressione, così come gli assaggi proposti da Dandini, vedi la crema di cavolfiore e alici, e i dolci (ovviamente forniti da Fonderia).

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Sono venuto all’inaugurazione anche per fare una domanda, voglio capire dai proprietari della Fonderia se Colbert è un modo per diversificare o se c’è dell’altro, e mi riferisco alla pasticceria, settore in ascesa ma forse non così redditizio.

Aprite il Colbert perché lo zucchero non tira?” (Mamma m’ha fatto senza filtri, quindi pongo la domanda in maniera diretta a Marco Baroni).

“Si, uno dei motivi è anche questo. In Italia non siamo abituati alla ‘pausa dolce’; la domenica compriamo le paste, prendiamo la torta per il compleanno, ma in genere preferiamo spendere 10 euro per un cocktail stuzzicando patatine ammuffite e non 3 euro per una torta monoporzione”.

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E dunque, mentre New York impazzisce per la Raindrop Cake, un dolce fatto d’acqua, in Italia le torte perdono fascino?

Magari non è proprio così, ma al momento il gin tonic con vista sulle meraviglie della città eterna rappresenta un investimento più accorto.

Io però sono pronto a modificare le piccole certezze culinarie – anche quelle romanesche, con nuovi ingredienti, se vengono dalla Francia ancora meglio.

Lascerò il tempo necessario al bistrot per andare a regime, poi tornerò al Colbert di Villa Medici per scoprire i prezzi e assaggiare una delle “baguette aperte” di Dandini: quella con la punta di petto con broccolo romano è già diventata un piccolo tormentone.

Colbert

Villa Medici

Viale Trinità dei Monti, 1- Roma

Aperto dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19

[Crediti | Link: Dissapore, immagini: Luca Sessa, Colbert]