Torino: la triste parabola gastronomica di Porta Susa

Porta Susa si arrende al McDonald's dopo aver provato (e riprovato) a diventare polo gastronomico nonché bel biglietto da visita per Torino.

Torino: la triste parabola gastronomica di Porta Susa

Polo del food“: quante volte abbiamo sentito riempirsi la bocca di questo neologismo, che il più delle volte del Polo ha solo il vuoto dell’Antartide, senza manco la meraviglia dei ghiacci intorno? Troppe, ahinoi, e una di più se si guarda alla triste parabola della stazione di Porta Susa a Torino, spazio bellissimo e centralissimo della città che nessuno ha saputo sfruttare a dovere, nonostante le promesse e i proclami.

Siamo certo che ci riuscirà McDonald’s che – con rullo di tamburi e tappeto rosso – annuncia la sua apertura nella stazione cittadina a inizio ottobre 2022, dopo aver sottoscritto un accordo con il gruppo Chef Express. La città festeggia, e alla fine non si può nemmeno dire che festeggi a caso, visto che questo significa che almeno qualcosa a Porta Susa si mangerà, anche se non erano esattamente queste le intenzioni iniziali per la grande struttura da archistar in acciaio e vetro che ha sostituito la vecchia stazione una decina d’anni fa.

Porta Susa Torino

Una cattedrale di indubbio fascino, rimasta vuota come nella peggiore delle parabole all’italiana. Troppo alti gli affitti, dicono, e nel frattempo chi parte o arriva in una delle due stazioni centrali di Torino fatica a trovare un giornale da leggere o una settimana enigmistica con cui passare il tempo durante il viaggio, un pacchetto di sigarette, perfino un panino da mangiare, fatta eccezione per un povero bar preso d’assalto dai pendolari.

Insomma, una desolazione che di certo non è un bel biglietto da visita per una città che sull’enogastronomia, e sul turismo che ne deriva, ha sempre sostenuto di voler puntare. Certo, all’inizio non era così. Nel lontano 2015, nella struttura della vecchia stazione (di proprietà del Gruppo Ferrovie dello Stato) apriva il Mercato Metropolitano: una sorta di Mercato Centrale ante litteram, con 15 botteghe artigianali distribuite su 2500 metri quadrati, street food di qualità, mescita vini e quant’altro. Durò – purtroppo – come un gatto in tangenziale: troppo alto l’affitto (30mila euro, si disse) per un ricavo stimato dai 150.ooo€ ai 250.000€ al mese. Perciò, adios aperitivi gourmet e arancini da passeggio prima di prendere un treno.

Ma l’idea di fare di quel centralissimo spazio un'”area food” strategica per la città non muore con il Mercato Metropolitano: passa qualche anno e il gruppo Altarea Cogedi, gestore degli spazi ristorazione di Porta Susa, firma con la romagnola Sirio S.p.A. un accordo per gestire gli spazi gastronomici della stazione. Niente a che vedere con il progetto precedente, sia chiaro, ma comunque qualcosa: la Tigellona, la tigella modenese in formato extra large, una pizzeria e pure una caffetteria alla francese. Tutto ciò avrebbe dovuto vedere la luce a settembre 2020. Poi il Covid, o chissà, sta di fatto che pizze e brioches a Porta Susa non sono mai arrivate.

Nel frattempo, giusto per non far perdere le speranze, è arrivato il progetto di un hotel di lusso, Scalo 1856, il cui nome richiama l’anno di fondazione della storica stazione: non solo un albergo a 4 stelle, ma anche – di nuovo – una “food court” con ristoranti e bar che dovrebbe aprire per le prossime ATP FInals, a novembre 2022. Appena dopo il McDonald’s, che a questo punto sarà il primo a sfamare i turisti in arrivo in città. E per il quale ci aspettiamo un’inaugurazione in grande stile, vista l’attesa di oltre dieci anni per qualcosa da mettere sotto i denti prima di prendere un treno al volo.