Venezia: bacari, ristoranti e osterie a Santa Croce

11 indirizzi sicuri se volete mangiare bene a Venezia senza spendere capitali, tutti nel sestiere di Santa Croce. Dal Vecio Fritolin, tempio del fritto veneziano, al Maquva, take-away di frutta e verdura

Venezia: bacari, ristoranti e osterie a Santa Croce

Il punto di partenza è sempre lo stesso. Siete arrivati a Venezia e usciti dalla stazione di Santa Lucia vi ponete il problema, che da bravi lettori di Dissapore non è come raggiungere Piazza San Marco, ma dove attovagliarsi per mangiare bene evitando le fregature.

Se vi siete ripresi dopo l’impegnativa scorribanda tra le calli di Cannaregio, possiamo spostare l’attenzione verso un altro sestiere veneziano.

Ecco preparata una lista di locali dove fare spuntini volanti, soste convenienti e pranzi raffinati tra un canale e l’altro. Stavolta girovagando nel sestiere Santa Croce.

1. Vecio Fritolin

Calle Regina 2262

Vecio Fritolin

A un passo dalla Fondazione Prada di Ca’ Corner il Vecio Fritolin è un’istituzione cittadina. Prende il nome dal locale in cui, un tempo, si friggeva e si vendeva il pesce in città. Ancora oggi nel menu una delle certezze è proprio lo scartosso (tradotto: cartoccio) di pesce fritto o di verdure, ottime in primavera.

Ha da poco cambiato lo chef (ora c’è Pierluigi Lovisa) ma la titolare è sempre una signora vulcanica dal ciuffo bianco che risponde al nome di Irina Freguia.

Se volete osare, dal nuovo menu scegliete tagliatelle al ragù di fasolari, branzino con tavoletta morbida di semola o baccalà dissalato con maionese e patate affumicate. Altrimenti, se siete cercatori di delizie tipiche l’assaggio di antipasti misti tradizionali fa al caso vostro.

Una postilla: se venite nel periodo di Biennale, sappiate che presentando il biglietto della mostra al ristorante otterrete uno sconto.

Prezzi: 50 euro (3 portate)

2. Osteria Trefanti

Rio Marin, Santa Croce 888

Tre-Fanti

L’indirizzo recita Rio Marin 888, quindi 3 fanti. Pochi coperti, interni semplici, la stazione a un tiro di schioppo (a un urlo di gondoliere se preferite).

La carta non è ricchissima, ma i piatti esprimono conoscenza dell’ingrediente principale, il pesce, e amore per la cucina.

Tradizione certo, ma voi osate sapendo che chi è ai fornelli ha un passato da Cipriani: tagliolini con guancia di rana pescatrice e nocciole, capesante con pomodorini e finocchi, filetti di branzino con fragole e basilico.

Prezzi: 50-55 euro (3 portate)

3. Ribot

Santa Croce 158/160

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Se in altri casi la vicinanza a Piazzale Roma e alla stazione è sinonimo di piatti plastificati e spaghetti precotti dipinti di rosso vernice, qui si rischia al massimo di non sapere cosa scegliere tra i piatti della cucina tradizionale veneziana (sarde in saor, linguine al nero di seppia, seppie con polenta) e quelli più disinvolti (polpettine di baccalà fritto con salsa di pomodoro, ravioli alle rape rosse con crema di scampi, filetto di San Pietro con purè di melanzane e salsa al basilico, tagliata di tonno con tortino di cous cous).

Aggiungiamo due incentivi alla scelta: giardino interno e tranquillità della posizione, il ristorante è affacciato sul canale del Gaffaro e la confusione del vicino Piazzale Roma pare distante chilometri.

Prezzi: 50 euro (3 portate)

4. Bacareto Da Lele

Campo dei Tolentini 183

Lele

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A un passo dalla sede dello Iuav, la Facoltà di Architettura, il micro-bacaro è uno dei punti cardinali della gastronomia universitaria da aperitivo, con relativa fauna annessa. Motivo di tanto successo sono i panini: se fossi ancora all’università ci farei la tesi di laurea.

Grandi quanto il locale, farciti (molto) con prosciutto crudo / cotto / mortadella / porchetta / formaggi / verdure, hanno un prezzo paragonabile a una barzelletta per chi è abituato a Venezia: 1 euro.

Trovate anche cicchetti (con baccalà) e ovviamente spritz, la versione mini costa 1,20 euro. Sappiate che non ha posti a sedere, solo due botti all’esterno dove potersi appoggiare provvisoriamente.

Sappiate anche che potete sistemarvi sulle scale della chiesa di San Nicola da Tolentino: appoggiate il bicchiere, reggete il panino e chiacchierate con fare disinvolto con la persona sulla quale avete messo gli occhi.

Ci sono buone possibilità di successo, per il matrimonio invece dovete arrangiarvi da soli.

5. La Lanterna (da Gas)

Santa Croce 24, Campiello Mosca

La lanterna

Il nome è quello del proprietario: aperto da un anno e mezzo è piccolo ma molto accogliente. Arredato con gusto, non pretenzioso, propone sia piatti di pesce che di carne, oltre a una discreta scelta vegetariana.

Voi comunque non perdete gli gnocchi al guazzetto di pesce e cappellacci ai crostacei. Se riuscite andateci di mercoledì: c’è musica dal vivo, anche se musicisti e strumenti stanno ci un po’ stretti: jazz, reggae, blues.

Prezzi medi 44-45 euro (3 portate)

6. Ai Garzoti

Santa Croce 890

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Ambiente piccolo, così si socializza facilmente, ma curato e accogliente. Nata come pizzeria da asporto, col tempo è diventato un ristorante vero, ma la pizza c’è ancora e non è niente male.

Oltre ai piatti di pesce tradizionali trovate una buona scelta di antipasti, primi e secondi di carne come i bigoli mori con ragù di anatra e la grigliata mista di carne.

Menu ristretto ma cucina solida.

Prezzi 45 euro (3 portate)

7. La zucca

Santa Croce, 1762

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Ha la nomea di ristorante vegetariano senza esserlo. Colpa, o merito, del piatto simbolo, il flan di zucca. Nel menu ci sono anche piatti di carne, ma il consiglio è fare indigestione di verdure, in particolare sformati con verdure di stagione e tagliatelle ai carciofi e lasagne con zucchine e mandorle.

35 i posti all’interno e 12 all’esterno. Un locale accogliente dove, interesserà i più cinefili tra voi,  si è girata una scena di “10 inverni”, una delle storie d’amore più struggenti del cinema italiano degli ultimi anni. Protagonisti non ancora famosi: Michele Riondino e Isabella Ragonese.

Prezzi 45-50 euro (3 portate)

8. Antica Besseta

Salizada de Zusto, Santa Croce 1395

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Uno dei motivi per andarci, cucina a parte, è la posizione. Si trova accanto alla Salizada de Ca’ Zusto, la calle più stretta di Venezia. Leggenda vuole che il nome derivi dal soprannome affibbiato alla sorella del proprietario: il besso corrispondeva alla metà di un soldo e pare che la signora fosse avida e dedita all’usura. Da qui il nome di bessetta.

Due sale interne, arredamento fine Ottocento e tavoli in marmo. Cucina tradizionale ma di livello. Qualche consiglio? Bavette alla busara (con pomodoro e gamberi, leggermente piccanti), brodetto di pesce alla veneziana, filetto di orata con pomodorini e olive taggiasche, trancio di baccalà con cipolle di Tropea

Prezzi 45-50 euro (3 portate)

9. Antico giardinetto

Calle dei Morti 2253

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Okay, il nome non incoraggia ma il menu sarebbe in grado di far tornare dall’aldilà chiunque. Grandi classici della cucina veneziana: misto bollito, granseola, vermicelli al nero, risotto, frittura e grigliata mista di pesce, e anche un buon menu di carne.

Rispetto al resto degli altri locali della lista è leggermente meno economico.

Prezzi 60 euro (3 portate)

10. Al ponte del megio

Santa Croce 1666

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Sistemata, come recita il nome, ai piedi di un ponte dove un tempo veniva scaricato il miglio (in dialetto, il megio), la trattoria propone cucina veneziana senza fronzoli. Tutto quello che vi aspettate da un menu veneziano lo trovate: seppie al nero, sarde in saor, folpi in umido, scampi, spaghetti alla busera, baccalà mantecato, fritture e grigliate di pesce.

Se trovate posto accomodatevi fuori, in un tavolino accanto al canale. Doveste alzare un po’ il gomito spostate la sedia verso la fondamenta. Meglio essere prudenti.

Prezzi 45 euro (3 portate)

11. Maquva

Santa Croce 270F

ristorante maquva

Sembra un fruttivendolo ma, distinguiamo, è un take away di frutta e verdura. Una specie di fast food vegetale dove invece di hamburger e ali di pollo fritte trovate insalate da comporre a piacere, ognuna nella sua bella vaschetta come in una gelateria: lattuga, valeriana, indivia, pomodori, carote, peperoni.

L’idea è quella di accostare vegetali freschi a piacimento e aggiungere la frutta, perfino i fiori.

Ci trovate anche piatti con ingredienti da agricoltura biologica: pasta all’ortica, al peperoncino, al germe di grano, limone e pepe, al nero di seppia. Una parte del locale è dedicata alla vendita di ortaggi di stagione.

[Crediti | Immagini: Caterina Vianello, Vecio Fritolin, La Lanterna, Ribot, La Zucca]