Gelato Ferrero Rocher vs Raffaello: Prova d’assaggio

Prova d'assaggio del nuovo gelato Ferrero Rocher, messo a confronto con il suo compare Raffaello: insomma, come sono le celebri praline trasformate per l'estate 2021?

Gelato Ferrero Rocher vs Raffaello: Prova d’assaggio

Quanti test siano stati fatti dalla Ferrero, multinazionale italiana se ne abbiamo una, prima di immettere nella grande distribuzione organizzata i gelati a marchio, solo l’azienda dolciaria albese lo sa. Certo è che per buttarsi sui gelati confezionati (ricordiamo le merendine Kinder trasformate in stecco, ma prodotte da Algida, un paio d’anni fa) sono andati sul sicuro: Ferrero Rocher e Raffaello, insieme all’altro celebre brand, Estathé, i prodotti scelti per il grande lancio.

Vere e proprie icone, trasformate in gelato.

Una novità che non può passare inosservata (e in effetti, non lo ha fatto), certo non ai nostri occhi: il mercato dei gelati confezionati e dominato da pochissimi, dal supermercato al menu di latta esposto nel bar del paesello, fino al bancone del lido. E Ferrero, se si impegna, con quei suoi numerosi marchi di successo pronti ad essere trasformati per la catena del freddo, è forse l’unica azienda capace di competere con i grandi player, scompigliando le carte e solleticando la nostra curiosità, nonché il nostro palato.

Dunque, non fingetevi stupiti: abbiamo dedicato al nuovo Ferrero Rocher gelato e al suo cugino Raffaello una delle nostre Prove d’assaggio. Una sorta di sfida “in casa”.

Piccola nota per voi lettori-assaggiatori: lasciare fuori freezer il gelato una decina di minuti prima di scofanarlo è sempre cosa buona e giusta, soprattutto quelli con la copertura (potete farcela a resistere, su). Eviterete di mordere un ciocco ghiacciato dai timidi effluvi sensoriali. Insomma, cambierà completamente l’esperienza dell’assaggio. Ogni consistenza si paleserà con più chiarezza, ogni spunto aromatico con più intensità e ovviamente percepirete meglio dolcezza e grassi.

Ferrero Rocher: il gelato

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“Crunch”: ecco il primo rimando sensoriale che si paleserà mentre addentate il dischetto al Rocher. La copertura è abbastanza spessa, la granella generosa (come lo è nel Rocher del resto) e si percepisce distintamente durante la masticazione. Mentre il cucuzzaro croccante si fa via via scioglievole e palesa i suoi rimandi aromatici, mi immagino seduta su una Rolls in tailleur giallo mentre chiedo al povero Ambrogio di placare “la mia non proprio fame ma voglia di qualcosa di buono”. Insomma, stai a vedere che il tema è talmente centrato che sto vivendo una madeleine?

Mi concentro sul gelato ed è forse qui che ci allontaniamo un pochino dal pralinato con cui la signora in giallo placava i suoi languori. La temperatura di certo non aiuta ad aumentare il volume in fatto di aromaticità, e risulta un pochino messa in sordina. Salvifica in tal senso la variegatura, a tratti decisamente generosa, che troverete distribuita in maniera irregolare mentre addentate il gelato. È lei che rialza i decibel aromatici sul tema che tenta di copiare. L’ho finito e bramo acqua come nel deserto, anche in questo trovo correlazione con il fratello maggiore nell’incarto dorato.

Ingredienti

latte scremato reidratato, cioccolato extra 33,6% (zucchero, pasta di cacao, burro di cacao, burro anidro, lecitina di soia, aromi), nocciole (10,4%), zucchero, grassi vegetali (cocco, palma), sciroppo di glucosio, olio di girasole, proteine del latte, cacao magro, mono e digliceridi degli acidi grassi, lecitine (soia), siero di latte in polvere, stabilizzanti: farina di semi di carrube, gomma di guar, aromi.

Confezione: 4 pezzi da 50 gr (210 kcal a pezzo)

Prezzo: € 3,99

Raffaello: il gelato

Raffaello Ferrero GelatoRaffaello Ferrero GelatoRaffaello Ferrero Gelato

Consistenza del tutto simile nel cugino in bianco, che rivendica con fierezza in etichetta i rimandi esotici del cocco delle isole del Pacifico. E anche se per la sottoscritta non basta del cocco in scaglie per parlare di elegante esoticità, devo ammettere che il rimando con il Raffaello è immediato.

In questo caso il morso è caratterizzato dalla presenza di scaglie di cocco, le stesse che troveremmo nel Raffaello e che unitamente alla spinta aromatica giocata su note lattiche (e appunto al cocco) bastano da sole a ripotarci esattamente al pralinato a cui si ispira. Dolcezza intensa, quasi stucchevole, se siete del #teamraffaello troverete di certo identitario anche il tema gustativo. Sto assaggiando un gelato al cocco, nulla di inedito insomma, ma non posso fare a meno di pensare al Raffaello.

Ingredienti

latte scremato reidratato, zucchero, olio di cocco, cocco essiccato (6,5%) , latte scremato in polvere, siero di latte in polvere, sciroppo di glucosio, panna fresca pastorizzata, mandorle (1,8%) proteine del latte, burro anidro, olio di girasole, mono e digliceridi degli acidi grassi, lecitine (soia), aromi, stabilizzanti: farina di semi carrube, gomma di guar, carragenina.

Confezione: 4 pezzi da 47 gr (170 kcal a pezzo)

Prezzo: € 3,99

Quale ci ha convinto di più?

So che vorreste un vincitore, ma la risposta è dipende. Dipende da quale prospettiva osserviamo la cosa. Il Raffaello è un goal in porta vuota. Insomma, credo sia abbastanza semplice riproporre un tema sensoriale quando a farla da padrone è il cocco, e non mi riferisco solo all’aromaticità, ma anche alla ruffianissima presenza delle scaglie che si insinuano sotto i denti durante la masticazione. Quello da solo basta a riportarci lì, non serve altro. E quella non è una caratteristica sensoriale che viene stravolta dalla temperatura o dal variare di altre consistenze, non più di tanto almeno.

Diverso, e decisamente più complicato a mio avviso, replicare il tema Rocher. Perché gli elementi sensoriali coinvolti sono parecchi e in questo caso invece -tolta la copertura esterna su cui si può lavorare abbastanza bene- rimane il ripieno, il vero grattacapo sensoriale. Un gelato alla nocciola (in cui però scompare la nocciola intera) che dovrebbe ricordarci quel tripudio intensamente tostato che percepiamo quando addentiamo il Rocher.

Ci perdiamo un aspetto tattile importante che dovremmo in parte trovare traslitterato in uno aromatico. Insomma, serve naso, parecchio. Quello che mi è parso mancasse un pochino a tratti, nonostante l’intelligente utilizzo della variegatura (che immagino abbia proprio quella funzione di spinta aromatica). Il signor Ferrero è andato fuori tema? Non direi, ha solo abbassato il volume.

Il Raffaello vince il premio “miglior copia di”, il Rocher quello per l’impegno profuso nell’interpretazione di un pezzo complesso.