Il primo Vermouth italiano a base di canapa: com’è Hempatico

Il primo Vermouth italiano a base di canapa: com’è Hempatico

Considerate tre trend gastronomici: le bevande vintage che ritornano in voga, la canapa in ogni oggetto commestibile vi possa venire in mente e il “vemouth di”, ovvero il vino aromatizzato della tradizione piemontese specificatamente dedicato a un ingrediente. Otterrete, senza girarci troppo intorno, un vermouth a base di canapa.

È il caso di Hempatico, primo in Italia nel suo genere, prodotto con vino millesimato Erbaluce di Caluso DOCG e ben due varietà di canapa: la Carmagnola e l’Eletta Campana. Il che lo rende anche il primo vermouth italiano millesimato – termine che sta ad indicare gli spumanti prodotti con vini di una singola annata – , nonché un prodotto estremamente legato al suo territorio di provenienza, il Canavese per l’appunto, territorio dell’Erbaluce e (a sorpresa assoluta, almeno per me) della canapa.

Saprete che, fino a metà del Novecento, e quindi fino all’introduzione delle fibre sintetiche, l’Italia era il secondo produttore al mondo di canapa industriale (dopo l’Unione Sovietica). Ebbene, scopro che, proprio il Canavese, era il leader nazionale per la produzione di tessuti in fibra di canapa, tanto che – narra la leggenda – le terre dell’alto Piemonte venivano definite “Canapese”.

Su cotanta storia e storytelling è nato il sopracitato Hempatico, un macerato di canapa estratto a freddo cui vengono aggiunte le botaniche del vermouth, artemisia in primis. In commercio da circa un mese, è nato dal lavoro di Affini, noto cocktail bar torinese, Evho, scuola di bartendering della stessa città, e Nicolò Nania, giovane esperto della coltivazione di canapa industriale.

Hempatico: l’assaggio

Si tratta di un Vermouth, a tutti gli effetti, di nome e di fatto, sia per disciplinare che per note sensoriali. Aggiungeteci quella nota – altamente caratterizzata – di erba e agrume, e comprenderete cosa sia il vermouth di canapa, che ho provato e riprovato, vi giuro, senza alterarmi granché. La gradazione alcolica è compresa tra i 17 e i 18 gradi e il THC è inferiore ai 70 nanogrammi per millilitro, fate conto.

Al netto di un packating estremamente elegante (la bottiglia dell’Erbaluce, proprio quella, nel sacchetto di canapa), quasi signorile e – oso dire – femminile, la connotazione erbacea si fa sentire fortemente: una vera e propria “svampa” all’olfatto, piacevolissima, per carità, che mi ricorda teneramente la cameretta di un compagno di corso universitario che non citerò. Il sapore, però, è piuttosto coerente con le mie esperienze precedenti in fatto di Vermouth, al netto di un finale spinto sul dolce.

Il prezzo

Hempatico viene venduto tra i 28 e i 30 euro. Una cifra altina se confrontata al prezzo medio di un Vermouth, intorno ai 20 euro. Sarà che vuole, palesemente, essere posizionato come un prodotto premium, sarà che l’associazione con il cicchetto da sbronza è stata saggiamente evitata – fin dal sopracitato packaging – , sarà pure che i Vermouth così particolari puntano molto sulla materia prima e costano nettamente di più; andate a vedere il prezzo del Beermouth, se non mi credete.

[Foto | Chiara Cavalleris ]