Kinderini Ferrero: Prova d’assaggio

Prova d'assaggio dei Kinderini, i nuovi frollini Ferrero ispirati all'Ovetto Kinder che da qualche giorno sono comparsi in tutti i supermercati. L'aspetto, il prezzo, il sapore, i pro e i contro nella nostra recensione.

Kinderini Ferrero: Prova d’assaggio

Diversificare attraverso se stessa. La strategia di Ferrero pare oramai assodata: traslitterare ogni prodotto diventato icona in un’altra categoria merceologica. Così abbiamo visto praline diventare gelati, ma soprattutto creme spalmabili trasformate in biscotti, gli indovinati Nutella Biscuits, sulla scia dei quali parrebbero essere nati i Kinderininovità della stagione per la grande distribuzione organizzata.

Lo stabilimento di produzione è lo stesso, quello di Balvano, in provincia di Potenza, che per l’occasione ha aggiunto 120 posti di lavoro. Dal colosso dolciario di Alba si sostiene che l’operazione, trasformare l’Ovetto Kinder di cioccolato bicolore con sorpresa in un frollino coerente nel design e nel gusto, sia costata 50 milioni di euro e più di sette anni di impegno, tra progettazione, ricerca e sviluppo. Quale sarà il risultato?

Come sono i Kinderini: recensione

Kinderini Ferrero

Ingredienti e prezzo

Ingredienti: farina di frumentov (43,5%), zucchero, burro anidro, grassi vegetali (palma, karitè), amido di frumento, latte scremato in polvere (2%), cacao magro (1,3%), latte in polvere ricco di materia grassa (0,7%), siero di latte in polvere, agenti lievitanti (carbonato acido di ammonio, carbonato acido di sodio), burro cacao, nocciole, sale, lecitina di soia, vanillina, pasta di cacao, albume d’uovo in polvere,

Prezzo: 3,39 euro per la confezione da 250 grammi

Calorie: 496 kcal per 100 grammi

Profilo sensoriale

Kinderini Ferrero

In olfazione diretta è la nota lattica a farla da padrone, latte cotto per la precisione. Non mancano i sentori tostati e i rimandi al cacao. Il morso è decisamente croccante, buona la friabilità, decisamente dolce ma non stucchevole. In ratrolfazione si palesano sentori di burro e cacao, il ricordo dopo la deglutizione è abbastanza simile al preludio olfattivo. È un buon biscotto.

Ma, perché c’è un ma. Il tema sensoriale è parecchio diverso dall’iconico ovetto (o barretta di cioccolato Kinder, fate voi). Certo, lo ricorda nella forma ovoidale, e immagino gli infanti ne mangeranno in quantità con la scusa di cercare le diverse faccine stampate sul biscotto, però stiamo parlando di qualcosa di secco, croccante e friabile, diverso anche da un punto di vista aromatico. Di là è tutta una rotondità scioglievole® e cremosa, insomma, avrei pensato ad un compromesso un filo più caratterizzante oltre ai micro inserti cremosi (occhi o bocche delle faccine sul biscotto) che nulla di significativo aggiungono al morso.

Mi rendo conto sia difficilissimo replicare il successo dei Nutella Biscuits, e quasi certamente ci si è voluti allontanare dal rischio di proporre una rivisitazione troppo simile a quella, ma qualcosa quei biscotti avrebbero dovuto suggerire, e cioè che non basta concentrarsi sull’aspetto, forti di un brand vincente e certi che delle faccine su un biscotto basteranno a sé stesse, anche il tema sensoriale avrebbe dovuto tenere conto del significativo cambio di consistenze e di quello che si portano dietro in fatto di abitudini di consumo. È evidente il target in questo caso non sia rappresentato dalla vecchia carampana con la penna rossa che sta commentando ora, ma sono comunque perplessa.