Pepsi con il latte: esegesi e Prova d’assaggio del nuovo drink natalizio

La Pepsi con il latte minaccia di essere il drink di Natale 2022, complice uno spot che vede Lindsay Lohan testimonial: lo abbiamo provato per voi.

Pepsi con il latte: esegesi e Prova d’assaggio del nuovo drink natalizio

Se stiamo per trattare seriamente (per quanto possibile sia) il trend della Pepsi nel latte potete puntare il dito sulla multinazionale stessa, che ha fatto il colpaccio: uno spot ben riuscito, con la compiacenza dell’attrice Lindsay Lohan in veste di testimonial. Il punto è che il Pilk, così è stato ribattezzato il mischione, intimorisce: dalle reazioni social ci sono le basi per pensare possa diventare il drink di questo Natale.

Il plot pubblicitario è apparentemente innocente: si vede Lohan di fronte al classico spuntino lasciato dai bimbi a Babbo Natale la notte della Vigilia, che però qui risulta stravolto. Ecco quindi come l’infantile e innocente “milk and cookies” diventa “Pilk” and cookies, ovvero Pepsi+milk e biscotti, definito maliziosamente “dirty”. L’attrice esclama “That one is dirty soda, Santa!“.

Che birichini.

Pepsi e latte: per Tik Tok è sì

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Twitter è impazzito e in poche ore ha registrato mezzo milione di visualizzazioni sul nuovo spot di Pepsi. Cifrette, se confrontate a quelle relative a Tik Tok: sul social d’ultima generazione il video con Lindsay Lohan e la “dirty soda” è più che virale e ha stimolato la curiosità di fan e non solo. Non si contano più i creator che hanno deciso di testare la strana bevanda natalizia, partendo da un atteggiamento scettico o inorridito (nel senso strategico del termine, ovviamente) e concludendo quasi tutti con un’espressione incredula e soddisfatta post-assaggio. La frittata è fatta.

Una campagna ben studiata

Non pensiate che il successo di questo trend sia 100% naturale e spontaneo. La campagna “Pilk and cookies” di Pepsi è stata associata ad un contest sui social network, che esorta i followers a mostrare il proprio Pilk usando hasthtag mirati: ci sarebbe in ballo anche un premio in denaro, il cui ammontare tuttavia non è noto. E, nel frattempo, tra un’indignazione e l’altra, il brand Pepsi si sfrega le mani come Ebenezer Scrooge.

Pepsi e Lindsay Lohan

Concentriamoci un attimo sulle scelte nello spot. Lindsay Lohan, avete presente? Iconica protagonista teenager di Mean girls, dove canta Jingle Bell Rock indossando un succinto vestitino da Babbo Natale (o dovrei dire “naughty” oppure “dirty“, aggettivi usati da lei stessa per definire il Pilk nello spot di Pepsi). Ora, in gran spolvero dopo una ricaduta che l’ha allontanata per anni dal grande schermo, è volto ufficiale di Pepsi: una scelta perfetta a mio parere, perché cattura l’attenzione di più generazioni e appaga la nostalgia dei fan – il vestitino da Babbo Natale è un palese tributo al film. I più attenti, tra l’altro, hanno fatto notare come la Lohan si mostrasse in pubblico con una Pepsi in mano già da mesi. Ultimamente l’azienda ha registrato un bell’aumento di vendita e la cosa è destinata ad aumentare, a giudicare il successo del Pilk per Natale: bella mossa, Pepsi, buon Natale a te.

Pilk: Prova d’assaggio

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Gli ingredienti sono solamente due: la pepsi classica e il latte – si immagina latte intero, vaccino (ho provato con quello intero e con il mio solito senza lattosio e il sapore non cambia). Non c’è una ricetta dichiarata quindi le proporzioni non sono precise, anche se nello spot natalizio di Pepsi si vede chiaramente Lindsay Lohan aggiungere la bibita in un bicchiere già mezzo pieno di latte. Un po’ come si farebbe per il “latte macchiato”, dove versi il caffè completando la bevanda. E così ho fatto io: bicchiere mezzo pieno di latte, con pepsi aggiunta fino a ottenere un color nocciola, noto preoccupata una schiuma densa e frizzantina in superficie, una mescolata e via con il primo sorso. E il secondo.

Senza girarci troppo intorno, e che ci crediate o no, il mio voto è 5. Un 5 che sarebbe 4 ma, siccome davvero mi aspettavo una cosa vomitevole, aumenta di valore solo grazie alla sorpresa e alla gratitudine per non essere stata male.

Aspetto e sapore (con Pepsi classica e “zero”)

Il Pilk pronto si presenta di un color marroncino-cacaoso blando e lattiginoso, con una superficie di densa schiuma che lo rende simile alla Butter Beer harrypotteriana. Davvero, se non si sa cos’è può essere scambiato per del latte condito con cacao oppure cannella.

Vi descrivo il sapore, cercando di rendere bene l’idea: prevale il latte – nelle proporzioni dedotte dallo spot Pepsi – ma con un retrogusto quasi piacevole e non invadente a metà tra il caffè e il caramello. Ho provato anche con Pepsi zero: il voto scende a 3 perché emerge il sapore di edulcorante (che io detesto). Insomma, la verità è che il Pilk avrebbe del blando potenziale, se non fosse per l’accento frizzante conferito dalla bibita appena versata dalla lattina. Il frizzantino rovina tutto. Sarei curiosa di provare una versione calda e completamente priva di bollicine: sono sicura al 90% che l’insieme migliorerebbe fino quasi a diventare bevibile e buono, ma quel 10% di incognita mi frena. Berrei il Pilk scegliendolo al posto di qualsiasi altra cosa? No, perché il mio stomaco ha la precedenza su un sapore inaspettato e vagamente buono.

Perché la Pepsi sta bene nel latte

Perché la Pepsi sta bene nel latte è un modo carino per non chiederci “perché pesi e latte non fa del tutto schifo“. Se ci pensiamo su, e leggiamo l’etichetta, non ci sono motivi per cui – a livello sensoriale – questa bibita (e scommetto anche la Coca Cola) non possa stare bene con un latticino. D’altronde, la Pepsi contiene soprattutto zucchero, colorante e aroma caffeina. Infatti, il motivo per cui NON raccomando né berrei di nuovo il Pilk non è una questione di sapore, bensì di concetto alla base: ho paura davvero per la salute di intestino e apparato digerente.

Prima che vi vada in fumo il cervello e che iniziate a forare lattine di Pepsi nei supermercati, sappiate tuttavia che l’unione di latte e soda non è una miscela inventata né dal brand né da Lindsay Lohan. Insomma nulla di nuovo e soprattutto nulla di inaccettabile, anzi tutto l’opposto: nell’Ottocento inglese vittoriano era celebre una bevanda ricostituente composta da latte e soda, così amata da diventare tradizionale anche in India e Pakistan (laggiù, infatti, è consumata ancora oggi e si chiama Doodh soda).