A questa tipologia appartengono tutti quei piatti che fondono ingredienti o stili di culture differenti, seguendo un processo interculturale, un chiaro esempio è il sushi brasiliano o il mooshi, tanto in voga a Milano, che fonde le nostrane tradizioni campane al sushi.
Questa tipologia è figlia dei viaggi che gli chef che la propongono compiono e delle tradizioni culinarie con cui vengono a contatto e da cui sono indubbiamente stregati
Nel secondo tipo troviamo piatti che vengono riuniti sotto un’unica dicitura nonostante non appartengano alle stesse aree del mondo, un esempio tra tutti è la cucina asiatica, ma la cucina giapponese non è assimilabile a quella cinese né a quella thailandese e potremmo continuare all’infinito.
Questo tipo di cucina fusion nascono sostanzialmente per esigenza, sono quelle cucine che decidono di piegarsi alle tendenze locali, basta vederlo con i nostri ristoranti cinesi, che sono estremamente lontani dalla vera cucina cinese e che personalizzano la loro offerta in base al luogo dove si stabiliscono, un ristorante cinese di Roma, non avrà mai gli stessi piatti di uno a Londra, fatta eccezione forse per gli involtini primavera che sono un must un po’ ovunque.
Un altro esempio molto esplicito di questa tipologia è la celebre pasta Alfredo, adorata negli stati uniti e spacciata come tipico piatto nostrano ma per lo più sconosciuto in Italia.
Scoprite con Dissapore come realizzare in casa le pietanze della cucina fusion e quali sono i migliori ristoranti in Italia che propongono questo tipo di piatti e tutte le curiosità in ambito gastronomico.
La ricetta dei ravioli giapponesi (Gyoza) salame, zucchine e fiori di zucca, un piatto unico, dal gusto decisamente fusion, da preparare quando si vuole far festa, soprattutto se li si accompagna con il mojito al sakè, un cockail che segue il filo del pensiero fusion.
Recensione di Taperia y cocina a Torino, il nuovo ristorante dello chef Yari Sità. Cucina fusion, ambiente informale, prezzi popolari: il menu, i prezzi, le nostre opinioni.