Il film su Chef Rubio si chiama? Bravi: Unto e bisunto

La vita di Chef Rubio diventa un film, che andrà in onda il 20 dicembre su DMAX. Il film si chiamerà Unto e Bisunto, e vedrà il re dello street food nei panni di se stesso: dall'infanzia come rugbista fino agli studi all'ALMA, per finire con i suoi viaggi tra gli street food più famosi del mondo.

Il film su Chef Rubio si chiama? Bravi: Unto e bisunto

Rude, tatuato, sexy: quello che sembrava l’anti-chef per eccellenza c’è ampiamente riuscito, alla fine, a stravolgere il secolare stereotipo che attanagliava il mondo della cucina.

E talmente tanto che, dopo essersi affermato con successo sui piccoli schermi, la vita di Chef Rubio diventa un film. Ovvero: “Unto e Bisunto“, in onda questa sera su DMAX, il canale grazie al quale è diventato celebre tra il grande pubblico.

Grazie a un video-fumetto parteciperanno al biopic sulla vita di Rubio, raccontata per decenni e a ritroso, dai giorni d’oggi fino ai primi mesi di vita, anche le sportive Bebe Vio e Martina Caironi, mentre il rapper Frankie Hi-Nrg MC interpreterà la sigla iniziale.

In effetti, la storia di Rubio è quanto mai strana, così come anomalo è il suo approccio alle varie passioni che lo hanno accompagnato nel corso della vita.

Nato a Frascati, giovane rugbista –sport cui si avvicina all’età di 10 anni per correggere un lieve problema alla schiena e rafforzare una struttura gracile– nel 2010 si diploma con ottimi risultati all’ALMA, la scuola internazionale di cucina.

Il ritratto del Rubio di oggi è quello di un cuoco non convenzionale, profondamente incline al multiculturalismo. Lo vediamo a suo agio nei mercatini rionali o nei chioschi che vendono cibo da strada. Anzi, ci sembra nato e cresciuto.

“Cuoco Forrest Gump che magna e indovina i sapori”, come lui stesso si definisce, è il paladino della buona cucina con un occhio rivolto al sociale: dal 2014 studia la Lingua Italiana dei Segni (LIS) –il linguaggio per sordomuti– e dal 2015, con l’ormai arcinota “Cacio e Pepe”, si è lanciato in una serie di videoricette proseguita nel 2016 con la webserie “Segni di Gusto”, in cui utilizza, appunto, la lingua dei segni.

A proposito di democratizzazione della buona cucina, Chef Rubio afferma: “La cucina  è uno strumento per parlare di cultura, di popoli. L’arte culinaria è solo un tramite, mentre il punto di partenza e quello di arrivo sono sempre le persone, il loro vissuto, la loro storia, il territorio“.

Il materiale sembra non scarseggiare, per il documentario. Appuntamento su DMAX, quindi. Canale 52.

[Crediti | Link: TvZap]