Resta da capire, caro e-commerce, se Amazon cambierà l’idea che l’Italia si è fatta di te

Jeff Bezos, chieracostui, è per capirci quello che nel 1994 ha fondato il sommo Amazon.com. Dopo, ha fatto varie cose (il lettore di eBook Kindle), e comunque è rimasto uno figo, che ora, in ritardo no dippiù, rivolge lo sguardo verso la provincia dell’impero. E insomma, giusto in tempo per Natale, la prossima settimana Amazon apre la filiale italiana, sissì… Amazon.it. Aggiornamento: secondo La Stampa apre martedì 23. Dov’eravamo rimasti con l’e-commerce? La linea mi pare fosse “Ah ma le spese di spedizione, ah ma dare la carta di credito, ah ma quando arriva il corriere non sono in casa, ah”.

Chissà cosa risponderebbe Jeff Bezos alla plausibile domanda: “cos’è cambiato adesso?” Chi ha uno straccio di idea si faccia avanti, da bravo italiano disfattista rifiuto di credere che sia solo il quoziente di affidabilità di Poste Italiane.

Nel frattempo, immagino con massimissimo diletto la letterina per Babbo Natale versione Amazon.it.

Il libro The Geometry of Pasta, di Caz Hildebrand e Jacob Kennedy.
Il mio primo set di coltelli in ceramica. Giapponesi, certo.
Una nuova fotocamera digitale. Le app per l’iPhone4 con i filtri più risolutivi: CameraBag, Hipstamatic, CPPro, ProCamera.
La Robiola di Roccaverano Arbiora di Giandomenico Negro.
Il trittico abbattitore, roner, sottovuoto a campana ma solo in caso di vincita milionaria al Superenalotto.
Gli spaghettoni di Benedetto Cavalieri.
I coperchi in silicone di Lékué, la più efficace dimostrazione che l’uomo è un essere pensante.
La nuova app dell’Economist per l’iPad.
6 bottiglie, mappure 12, del Frappato di Arianna Occhipinti.

Chiedo scusa per gli scampoli di ricchitudine ma si fa per sognare, anche perché nessuno conosce con precisione le categorie merceologiche vendute dal nuovo sito.

Resta da capire, caro commercio elettronico, se Amazon.it cambierà l’idea che i 12 milioni di internettiani italiani si son fatti di te. Beninteso, io credo che tu sia il bene (compro online anche la lavatrice), e dire che tutto l’ecommerce nazionale fa schifo non è un servizio alla realtà, è una masturbazione. Poi cosa c’entra, ho avuto anch’io le mie belle tribolazioni.

Comunque, proviamo a esorcizzare la paura. Avete mai comprato online, in quanto gastrofanatici, voglio dire? Che tipo di esperienza è stata? L’avete ripetuta? Esistono siti italiani che vi piacciono? Come credete che Amazon cambierà il vostro approccio all’e-commerce?

PS. Se anche voi volete scrivere la letterina a Babbo Natale, accomodatevi pure.

[Fonti: Amazon, BitMap, Corriere, immagine: BitMap]