Ok, poi giuro che fino a fine gennaio non vi stresso più con la storia della mia nutrizionista, ma, diamine, oggi ho avuto la mia prima visita di controllo!
Chi segue questa rubrica infatti sa che cinque settimane fa sono andato da una specialista dicendole: “ingrasso un chilo l’anno e devo interrompere questo processo, anzi, magari perdere qualcosa; ma senza rinunciare alle cose buone e al piacere del cibo.”
Quella s’è messa le mani nei capelli ma poi s’è rassegnata: son tempi duri per tutti, le sarà spiaciuto rinunciare a un cliente.
[La dieta del giornalista gastronomico un mese dopo]
[La dieta senza zucchero (aggiunto) del giornalista gastronomico]
Fatto sta che oggi –a cinque settimane esatte dal primo incontro– sono tornato dopo aver rispettato alle meno peggio i suoi precetti: no zucchero, quantità limitate, pochi condimenti, un certo numero di eccezioni che mi consentano di fare il mio mestiere e godermi la vita. Obiettivo: perdere 0,5 chili alla settimana e abbassare il giro-vita di 11 centimetri.
Con l’ansia di un’educanda entrò nello studio, quella chiacchiera ma si vede che vuole solo pesarmi.
Dai, diciamo, leviamoci sto dente. Il risultato è: ho perso 2,6 chili e 3,5 centimetri di giro vita.
VITTORIA! Sto correndo in tondo per la stanza suonando la vuvuzela ma vedo che lei non ride, non sorride nemmeno.
“Com’è andata?” Chiedo io, in cerca di conferme.
“Insomma, benino, pensavo peggio” fa quella. Spietata. “Ci sono persone che fanno di meglio, MOLTO meglio”, mi dice.
“Eh, ho capito –penso io– ma non faranno i gastronomi, diamine! Io ieri ero a pranzo da Crippa e ho mangiato tipo 35 portate (e tutte squisite, avrò modo di raccontarlo), e ciononostante sono dimagrito. Ca**o, il mio coefficiente di difficoltà è massimo!”
Quella però non si scompone. “Forse esagera ancora con l’olio –mi dice– e poi, certo, ora ci sono le vacanze di Natale…” sospira, preoccupata.
Che non lo so che ci sono le vacanze di Natale. Parenti, cenoni, pranzoni, lasagne, vitelli tonnati, insalate russe, tiramisù… ho fame solo a pensarci.
Chiedo se per le festività sia prevista una moratoria, ma niente: prossimo controllo fissato il 30 gennaio.
“Vediamo di non interrompere questo percorso che abbiamo LENTAMENTE avviato”, mi dice, sottolineando la parola lentamente.
Mi sembra di essere Conte al cospetto di Junker. Ma a parti invertite: per il prossimo tagliando io punto al 2 –intesi come chili–, ma lei, la spietata, vuole almeno un 2,4.