Lollobrigida Dissing: le peggiori frasi del ministro della Sovranità Alimentare

Ministro della sovranità alimentare, cognato di Giorgia Meloni, primo oppositore della carne coltivata: quanto materiale su cui scrivere ci regala Francesco Lollobrigida? Troppo. Per tenere il filo e allenare la memoria, abbiamo preparato un Lollo Dissing, in continuo aggiornamento.

Lollobrigida Dissing: le peggiori frasi del ministro della Sovranità Alimentare

Dobbiamo fare uno sforzo di memoria per ricordarci cosa abbiamo fatto, noi che ci occupiamo di alimentazione, gastronomia, agricoltura e compagnia bella, per meritarci l’onore di un ministro come Francesco Lollobrigida. Siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità per aver contribuito a rendere socialmente, culturalmente e politicamente centrale il dibattito sul tema, al punto da ritrovarci oggi uno dei più agguerriti esponenti della maggioranza di governo a capo del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.

Un italianissimo, melonianissimo, sovranissimo ministro che tuona contro qualsiasi cosa non sia la pasta fatta in casa col mattarello della nonna.

Dopo aver fatto mea culpa, aggiungiamo anche che non è che non ci avessero avvertito: eravamo tutti a conoscenza del programma gastronomicamente autarchico di Fratelli d’Italia e abbiamo saputo fin dal suo insediamento al Governo che il Ministro Lollobrigida sarebbe stato un bel peperino. Uno che da subito ha dato segnali di voler far parlare di sé, forse per togliersi di dosso la sempre odiosa etichetta di “cognato di“, e appendersi al petto quella di “sovranista alimentare“, tema al centro del dibattito fin dall’insediamento della squadra guidata dal(la) presidente Giorgia Meloni (ci perdonerà la parentesi, ma noi su questa cosa del femminile/maschile iniziamo a far confusione).

Ma niente, al ministro Lollobrigida non è bastato istituire il più italico dei ministeri, inserendo la Real Difesa del Cibo Italiano nei suoi compiti, in bella mostra di sé tra l’agricoltura e le foreste. No, il ministro Lollobrigida è lì per lasciare il segno (e darci tanto, tantissimo materiale quotidiano, di cui non sappiamo come ringraziarlo). E non c’è giorno del suo incarico in cui non tenga fede al suo impegno, dichiarazione dopo dichiarazione.

“La social card “Dedicata a te” rappresenta anche un sostegno alle nostre filiere produttive”

Con la social card si possono comprare beni di prima necessità, secondo una lista che ha trovato lungo la sua strada qualche strano intoppo (zucchero sì, sale no, ad esempio). Ma non ci risulta che obblighi chi la riceve ad approvvigionarsi dalle filiere italiane.

“In Italia spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi”

Discount batte cucina stellata uno a zero. Almeno a quanto dice il ministro Lollobrigida, che elogia la cucina povera italiana e la capacità di chi non ha soldi per arrivare a fine mese di fare di necessità virtù, rivolgendosi ai piccoli produttori locali. In assoluto, questa possiamo dire che sia una delle affermazioni più discusse e discutibili fatte da Lollobrigida nella sua storia di ministro (etnia a parte, ovviamente).

“Quello che si trova in Puglia altrove non si trova”

Disse prima dell’estate 2023 il ministro Lollobrigida, con riferimento alla querelle estiva che vedeva gli Italiani fuggire in vacanza in Albania a causa dei rincari dei prezzi sotto l’ombrellone. Viva la Puglia, dunque, tuonò il ministro, giusto prima di partire per qualche giorno di vacanza in Albania (almeno secondo i media albanesi…).

“Dobbiamo tutelare l’etnia italiana”

Finiti i discorsi sulla razza, resosi conto che non sono piaciuti poi tanto, il ministro Lollobrigida prova a correre ai ripari, ma senza cambiare rotta. Si munisce di dizionario Treccani, controlla alla voce “etnia” e decide che sì, si può dire. E così parla della necessità di tutela di “una cultura, un’etnia italiana, quella che la Treccani definisce raggruppamento linguistico culturale”: un’etnia a cui lui si dichiara legato con orgoglio, “alla cultura italiana, al nostro ceppo linguistico, al nostro modo di vivere”. Piovono critiche da ogni parte, e così Lollobrigida sa cosa farsene del dizionario appena acquistato: lo userà per proteggersi.

“Ho sbagliato, ma per ignoranza, non per razzismo”

Dopo l’orribile frase sulla “sostituzione etnica” (vedi poco più sotto), Lollobrigida corre ai ripari, ammettendo a gran voce la sua totale ignoranza sul tema. “Sono ignorante – dice all’Huffington Post – mica razzista”. E noi che pensavamo che le fosse la stessa cosa.

“Non possiamo arrenderci all’idea della sostituzione etnica”

Gli italiani fanno meno figli, quindi li sostituiamo con qualcun altro, e presto la razza italica si sarà estinta, a favore di una nuova etnia. Non siamo semplificando, sia chiaro: è esattamente questo il concetto espresso dal Ministro Lollobrigida, con un’espressione (ahinoi) non nuova alla destra italiana (quella della “sostituzione etnica”) che, effettivamente, riporta alla mente il peggio dell’Italia che fu.

“Il cibo sintetico avrà un impatto dirompente sulla salute”

Abbiamo già avuto modo di notare come la carne coltivata (e non “sintetica”, per favore) sia la protagonista assoluta degli incubi del ministro Lollobrigida. Sarà che non vuol vedere la sostituzione delle nostre vacche con l’etnia di quelle realizzate in laboratorio, ma sul tema della carne coltivata Lollobrigida ha probabilmente dato il meglio di sé, dicendo cose anche non sempre vere e precise.

Carne coltivata: tutti i pro e i contro che accendono il dibattito Carne coltivata: tutti i pro e i contro che accendono il dibattito

Per esempio, il virgolettato che abbiamo sintetizzato sopra, era il seguente: “I rischi per la salute sono già stati segnalati nel mondo scientifico. Altrettanto certo è l’impatto dirompente di queste produzioni sul nostro sistema enogastronomico basato sulla qualità degli alimenti. Queste produzioni sono un rischio anche per l’ambiente”. E noi ci permettiamo solo di dire: ma siamo proprio sicuri che sia così? Perché il tema è complesso, e certo non andrebbe semplificato in questo modo. E quanto ai rischi per la salute e per l’ambiente, molte autorevoli voci si sono già espresse. E generalmente non nella direzione del Ministro.

“Chi ha il reddito di cittadinanza vada a lavorare nei campi”

Sul tema della manodopera agricola il Ministro Lollobrigida ha seriamente rischiato di andare in corto circuito. Perché il dato di fatto è che i nostri campi, per essere coltivati e attuare la sovranità alimentare, hanno bisogno di gente che ci lavori. E in questo caso va bene pure se non è sovrana, visto che Lollobrigida spiega chiaramente che per la nostra agricoltura l’immigrazione “legale” (ipse dixit) è fondamentale.

Francesco Lollobrigida: “Chi ha il reddito di cittadinanza vada a lavorare in agricoltura” Francesco Lollobrigida: “Chi ha il reddito di cittadinanza vada a lavorare in agricoltura”

Insomma, i campi facciamoli lavorare a chi arriva, facendo sempre attenzione che non si sostituisca etnicamente a noi ma che partecipi al nostro sovranismo. Anzi no, i campi facciamoli coltivare ai nostri giovani, perché in fondo “i giovani italiani devono sapere che non è svilente andare a lavorare in agricoltura”. Pure se un secondo prima l’unica soluzione plausibile era farci lavorare gli ultimi. Aspetta, ho trovato la soluzione: nei campi mandiamoci quelli che prendono il reddito di cittadinanza, che sono l’esempio di un “modello di civiltà” basato sul “non andare a lavorare, stare sul divano e gravare sulle spalle altrui”. Tutto, magicamente, nella stessa frase.

“Bere vino con moderazione fa bene”

“E questo è un dato che ogni scienziato penso potrà affermare con serenità”, ha aggiunto fiero il ministro Lollobrigida commentando il pericolo rappresentato dallo spauracchio delle etichette di avvertimento sugli alcolici (spauracchio inesistente, al momento, ma questo è un grande classico delle battaglie combattute da Lollobrigida, evidentemente).

Vino: la battaglia contro le etichette anti-alcol ha senso? Vino: la battaglia contro le etichette anti-alcol ha senso?

Se non fosse che non è vero, almeno a giudicare da quanto sostengono i suoi colleghi al Ministero della Salute (e la comunità medica tutta): gli alcolici fanno male. Possiamo berli con moderazione, ma da qui a passare dalla parte dei buoni ce ne va, altrimenti infileremmo un po’ di buon rosso locale nel biberon dei nostri bambini.

“Le crea frustrazione, questo?”

Uno dei momenti più bassi toccati dal ministro Lollobrigida è stata la risposta scocciata data a una giornalista che (lecitamente, visto che parliamo di uno degli esponenti più in vista di questo Governo) gli chiedeva informazioni sulla tragedia dei migranti di Cutro. Si potrà obiettare che i migranti non sono tema del ministro della sovranità alimentare, ma forse qualcuno dovrebbe spiegarlo a lui, più che a noi. “Ancora non sappiamo nulla sulla catena di comando…”, commenta la giornalista. E lui le risponde, con un risolino, se la cosa le crea frustrazione. A noi sì, parecchia. E a lei, Ministro?

“Trovarsi nel piatto un prodotto così fa schifo”

Carne coltivata in laboratorio

Il tema è – manco a dirlo – la carne coltivata. La domanda è una e una sola: ma lei, ministro Lollobrigida, quand’è che si è trovato nel piatto la carne sintetica? Perché questa sì che sarebbe una notizia, visto che in commercio non c’è ancora. Su, ripeta con noi quel che di certo avrà detto almeno una volta alle sue figlie: non si dice mai che una cosa fa schifo, soprattutto senza averla assaggiata.

“L’Italia può dire di avere una delle agricolture da sempre più sostenibili”

Ullalà.

“I lupi e gli orsi in Italia sono sovrabbondanti”

Sul tema dell’abbattimento dei grandi carnivori, tanto di moda in queste settimane, il Ministro Lollobrigida, da bravo precursore dei tempi, si era già espresso tempo fa, sostenendo che “se 30 anni fa alcune specie erano in via di estinzione, oggi sono sovrabbondanti, quindi bisogna affrontare il problema con pragmatismo e senza ideologismi che hanno, invece spesso reso impossibile attività virtuose come allevamento e agricoltura e tutto quello che vi e’ connesso come filiera”. Ci piacerebbe capire in quali termini e secondo quali parametri il Ministro giudica i lupi “sovrabbondanti”, perché gli animalisti sostengono che non sia proprio così. L’unico dato che abbiamo, è quello (governativo) sulla presenza dei lupi in Italia. Sapete quanti sono? 3300 in tutto.

“I turisti vengono in Italia più per i prodotti agricoli che per i musei”

Ergo, sostituiamo gli Uffizi con un Eataly.

“I cuochi sono i primi patrioti d’Italia”

All’arme, caricate pentole e padelle.

“Basta a cuochi che non sanno cucinare italiano e diventano, spesso, oggetto di barzelletta”

Chef Ruffi, il ministro ce l’ha con te.

“Nessuno mangerà insetti a sua insaputa”

Più o meno. Perché i nemici da relegare in scaffali appositi e ben segnalati, per il ministro e per i suoi decreti, sono solo la farina di grillo, locusta migratoria, verme della farina e larva gilla. La cocciniglia invece no, ché nessuno vuole rovinarsi il momento dell’aperitivo.