Carne coltivata: tutti i pro e i contro che accendono il dibattito

Un po' di chiarezza sulla carne coltivata, tra pro e contro, tra benessere animale e incertezza, sostenibilità e paure, nuove economie e timori autarchici.

Carne coltivata: tutti i pro e i contro che accendono il dibattito

Vi abbiamo già spiegato perché non chiameremo la carne coltivatacarne sintetica“, come invece fanno spesso i detrattori di questa innovazione scientifica che pare essere al centro del dibattito alimentare di queste settimane.

Vi abbiamo poi raccontato che cosa pensano ufficialmente del tema Oms e Fao (che, insomma, ne sanno più di noi, e pure del barista sotto casa con cui chiacchierate durante un cappuccino), che hanno appena rilasciato un report sul tema dei rischi legati alla carne coltivata.

Eppure, il dibattito è ancora aperto, in una contrapposizione che, come spesso accade su questi temi – vedi alla voce “farina di insetti” – assume toni e posizioni da stadio. Da un lato, a tifare per il progresso della carne coltivata – che ricordiamo ancora una volta, è ancora in fase sperimentale e non in commercio – ci sono i gastrocuriosi, i gastrofighetti, gli ambientalisti, la comunità scientifica e pure una certa sinistra (sì, essere a favore della carne coltivata pare essere ormai una cosa di sinistra, qualcuno lo faccia presente a Schlein, Renzi e compagnia bella, giusto perché ne tengano conto) . Dall’altro, a ritenere che la carne coltivata sia un sostanziale abominio ci sono i tradizionalisti, i cattolici, gli allevatori, Coldiretti, la destra e sopra ogni altra cosa il ministro Francesco Lollobrigida, che ormai pare averne fatto una questione personale, va’ a sapere se la carne coltivata gli ricorda qualcuno che l’ha picchiato da piccolo.

La carne coltivata fa male alla salute? Il report di OMS e FAO La carne coltivata fa male alla salute? Il report di OMS e FAO

Come accade nelle tifoserie da stadio, tutti si guardano bene dal porre la questione sotto una lente razionale, spiegando che ci sono pro e contro alla carne coltivata, e che l’unica cosa sicura è che è davvero troppo presto per prendere una posizione netta (ma è bene che la ricerca vada avanti, perché non si sa mai). A dirvi quali sono i punti a favore e quelli a sfavore della nuova frontiera futuristica della carne, ovviamente, arriviamo noi, che generalmente non amiamo troppo gli stadi né i cori, ma che amiamo vederci chiaro.

I pro

carne coltivata

Sostenibilità

La carne coltivata, che vi piaccia o no, pare essere di gran lunga più sostenibile della carne “tradizionale”, soprattutto se paragonata alla carne degli allevamenti intensivi. Non avete intenzione di rinunciare neanche in minima parte alla vostra bistecca giornaliera? Bene, è ora che vi ficchiate in testa che è dagli allevamenti che arriva tra il 40 e il 50% delle emissioni antropiche di metano, una percentuale che bisogna ridurre, senza se e senza ma. E la carne coltivata, quelle emissioni, le azzererebbe. Per quanto (specifica l’Università di Oxford) è ancora difficile determinare con esattezza quale sarà l’impatto ambientale della produzione di carne coltivata in futuro (e potrebbe comunque essere più di quello che immaginiamo).

Benessere animale

Ok, non siete animalisti, e non vi importa che le mucche vengano uccise per la vostra grigliata. Posizione che comprendiamo, ma che non tiene conto della grande sofferenza a cui spesso vengono sottoposti gli animali negli allevamenti intensivi, in cui magari le mucche vengono ingravidate artificialmente diverse volte per produrre latte a ciclo continuo prima di essere brutalmente mandate al macello. Cosa che, ribadiamolo ancora una volta, è molto diversa da quanto succede nelle piccole realtà. Ma la verità è che (troppo) spesso quello che portiamo nei nostri piatti arriva da allevamenti intensivi in cui il benessere animale è quantomeno discutibile, e andrebbe certamente discusso.

Ricerca scientifica

Dove può portare la ricerca sulla carne coltivata? Chi lo sa. Almeno per il momento, non possiamo prevedere gli sviluppi di una ricerca ampiamente in corso. E non sarebbe la prima volta che, cercando un modo per fare una cosa, gli scienziati hanno trovato qualcos’altro. Nel caso della carne coltivata, per esempio, potrebbe anche essere la medicina rigenerativa, visto che è un campo che gli scienziati oggi utilizzano per fare ricerca sul tema.

Malattie

Sebbene spesso si utilizzi lo spauracchio della sicurezza alimentare, la verità è che la carne coltivata, essendo controllata in laboratorio, ridurrebbe pressoché totalmente il rischio di malattie degli animali (vedi alla voce “mucca pazza”, giusto per fare un esempio), nonché l’utilizzo di antibiotici e antimicrobici nel settore zootecnico, che negli anni ha aumentato l’antibiotico-resistenza e che ha potenzialmente ampliato il rischio di trasmissione di batteri resistenti all’uomo, in particolare attraverso il consumo di alimenti di origine animale.

Il futuro nello spazio

L’utilizzo della carne coltivata ha implicazioni che probabilmente oggi neanche immaginiamo. Nello spazio, ad esempio, è assai improbabile che al fianco degli uomini arrivino anche gli animali. E se la Nasa lavora a tecniche per coltivare nello spazio, forse non è poi così fantascientifico pensare di ideare soluzioni che coinvolgano anche la carne.

I contro

Carne coltivata in laboratorio

Le incertezze

Il processo verso una carne coltivata sana, sicura e buona è sicuramente ancora lungo. Siamo in una fase totalmente sperimentale, nel pieno della ricerca, e ancora non sappiamo quali saranno i risultati. Che potrebbero non esserci, o essere negativi, anche se attualmente le opinioni scientifiche non sembrano andare in quella direzione.

La qualità

La comunità scientifica che sta lavorando sulla carne coltivata è concorde: difficilmente (e non nell’immediato) si potrà produrre in laboratorio una Fiorentina di Chianina. La carne coltivata sarà probabilmente molto, ma molto meno buona di quella tradizionale, e per questo non dovrebbe rappresentare un rischio per il mercato, ma un’alternativa probabilmente destinata a scopi diversi del nostro pranzo della domenica.

Il prezzo

Esattamente come per la farina di insetti, la carne coltivata costa moltissimo. La produzione in laboratorio è complessa e dispendiosa, e probabilmente sarà così ancora per molto tempo. Altro motivo per cui gli allevatori non dovrebbero preoccuparsi più di tanto, almeno non nell’immediato.

Gli allevamenti

Tuttavia, a scorrere l’elenco dei pro, si capisce quanto la carne coltivata possa essere effettivamente pensata come alternativa a un certo tipo di allevamenti, quelli intensivi. Allevamenti la cui fine, o il cui ridimensionamento, è comunque una cosa che il mondo dovrà affrontare di qui a breve, se vuole invertire il senso di marcia verso il baratro ambientale che abbiamo intrapreso. Quindi sì, la carne coltivata potrebbe mettere un giorno in difficoltà una certa industria, che va indubbiamente aiutata a reinventarsi, magari il prima possibile.

L’economia

Pensare che il tema della carne coltivata sia un Eden nel mondo dell’alimentazione è quantomeno ingenuo, e non dovremmo cascarci. Le start up che oggi lavorano alla ricerca sono potenzialmente le multinazionali di domani, e c’è da credere che agiscono e agiranno con il principale obiettivo del guadagno economico. Sono aziende, dopotutto, e sono fatte per fatturare. Dunque, è inutile pensare che risolvano il tema della sostenibilità ambientale o economica, o che donino in beneficienza la loro carne per sfamare chi non ha cibo. Si comporteranno, nella maggior parte dei casi, seguendo leggi di mercato, le stesse che spesso non ci piacciono negli allevamenti intensivi.