I 5 cibi che rischiamo di perdere per colpa del riscaldamento globale

Agire contro il riscaldamento globale è un'urgenza sempre più pressante: tra le cose che rischiamo di perdere per sempre ci sono anche 5 cibi di uso quotidiano.

I 5 cibi che rischiamo di perdere per colpa del riscaldamento globale

Quando si parla di riscaldamento globale vengono in mente tante conseguenze – così tante che è difficile anche solo considerarle e gestirle mentalmente tutte, non a caso il cambiamento climatico è stato definito un iperoggetto. Dall’innalzamento dei mari alla perdita di biodiversità, dalle siccità e altri fenomeni estremi all’estinzione di specie animali e vegetali. Molte di queste conseguenze coinvolgono, in maniera diretta o indiretta, il cibo: ci sono alimenti che rischiamo di perdere per sempre; e non si tratta del rimpianto aristocratico per qualche gusto gourmet, ma di cibi d’uso quotidiano la cui assenza sarebbe una tragedia per la sopravvivenza stessa di milioni di persone.

“Questo pianeta è la nostra unica casa”, ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente il 5 giugno: “È vitale salvaguardare la salubrità dell’atmosfera, la ricchezza e la diversità della vita sulla Terra, i suoi ecosistemi e le sue risorse limitate. Ma non lo stiamo facendo. Chiediamo troppo al nostro pianeta, al fine di mantenere uno stile di vita che non è sostenibile”.

Ecco 5 dei cibi che potrebbero scomparire nei prossimi anni – o diventare così rari e costosi, che gli effetti sarebbero praticamente identici – raccolti e analizzati dal sito Greenqueen.

Cioccolato

Cominciamo da quello che può essere considerato un cibo superfluo, ma che con le sue coltivazioni mantiene in vita interi paesi (il 50% del cacao mondiale è prodotto tra Costa d’Avorio e Ghana): il cioccolato. Secondo le più fosche previsioni il cacao potrebbe completamente estinguersi nei primi anni della seconda metà del secolo. Si tratta di una pianta molto sensibile alle condizioni climatiche, tanto da poter crescere solo nella fascia tropicale e comunque in determinate condizioni: mal sopporta gli eventi estremi e le variazioni rapide di umidità, precipitazioni e siccità (come è appena accaduto quest’anno in Costa d’Avorio). Certo, a tutto c’è rimedio: è stato di recente inventato un cioccolato senza cacao; ma sarebbe auspicabile non arrivare alla sua completa sparizione.

Banane

piantagioni di banane

 

Non la completa estinzione, ma comunque un forte calo nella produzione delle banane. Ed è un paradosso, perché questo frutto tropicale ha finora beneficiato dell’innalzamento medio delle temperature. Ma quello che sta per succedere nei prossimi anni è evidentemente diverso: secondo uno studio dell’Università di Exter, entro il 2050 dieci paesi tra i maggiori coltivatori di banane potrebbero vedere azzerata la produzione, a causa del brusco alternarsi di forti piogge e periodi di siccità. Questa situazione colpirebbe principalmente il Sudamerica, ma non solo: anche l’India, che è di gran lunga il maggio produttore al mondo, ma anche il maggior consumatore,  di questo frutto.

Riso

agricoltura Bangladesh risaia

Anche qui non si parla di scomparsa, ma di un calo talmente pesante da mettere in difficoltà le fasce più povere della popolazione soprattutto nei paesi asiatici, dove il riso è alimento base. Secondo un rapporto della Fao l’innalzamento dei mari, la crescita delle temperature e le variazioni nelle stagioni delle piogge avranno un impatto terribile su questo cereale la cui coltivazione è più di ogni altra dipendente dall’acqua: entro la fine del secolo in Asia la produzione di riso potrebbe calare del 50%.

Caffè

piantagioni di caffè

La nostra amata bevanda ha un doppio ruolo nella catastrofe climatica: quello di killer, e quello di vittima. Da un lato infatti l’allargarsi delle coltivazioni di caffè è responsabile della deforestazione in alcune zone del mondo, dall’altro le specie selvatiche che vivono in montagna sono a rischio sopravvivenza perché avrebbero bisogno di ombra e di temperature più fresche. Altri nemici del caffè sono l’erosione del suolo e i parassiti, in particolare un fungo che causa la cosiddetta ruggine del caffè. Uno studio recente parla delle minacce alle qualità più diffuse di caffè, compresa l’Arabica che da sola regge il 60% della produzione globale. Quel che è certo è che, come minimo, la tazzina costerà molti di più nei prossimi anni: ma quello già dovrebbe succedere, per riconoscere un prezzo più giusto ai produttori e assicurarsi una qualità quanto meno decente.

Patate

patate cotte al vapore

Le patate di montagna, in particolare quelle del Perù, stanno andando incontro a una situazione del genere: man mano che salgono le temperature, salgono anche le coltivazioni. Nel senso che i contadini sono costretti a spostarle più in alto, verso zone meno calde: ma benché le Ande siano una catena montuosa di tutto rispetto, prima o poi salire ancora non sarà più possibile. Tra quaranta anni, secondo alcune stime, non ci sarà più posto dove piantarle.