50 Best Restaurants: non c’è niente di peggiore che mangiare nel ristorante migliore del mondo

50 Best Restaurants: non c’è niente di peggiore che mangiare nel ristorante migliore del mondo

“Non c’è niente di peggiore del migliore ristorante del mondo”.

Quando si tratta di opinioni singolari sui ristoranti il Times of London non si fa mancare niente. Come se non bastassero le recensioni superbamente inacidite di AA Gill, il quotidiano britannico ha titolato come sopra il rifiuto opposto dal giornalista Giles Corean Coren all’invito del suo direttore, che a occhio, non sembrava così spaventoso.

Andare a Girona, in Spagna, per mangiare a El Celler de Can Roca, appena eletto ristorante migliore del mondo nella 50 Best Restaurants, la classifica che conta nel mondo dei locali top.

Non cercate il motivo del rifiuto in chissà quale complesso retroscena o in un’agenda imbottita di impegni, è molto più semplice di così: “Ci sono già stato nel ristorante migliore del mondo”. Secondo il giornalista i ristoranti nelle prime posizioni della 50 Best “sono copie carbone, se hai mangiato in uno hai mangiato in tutti”.

E quali sarebbero, di grazia, i connotati seriali, l’impronta ricorrente di questo improbabile cartello? Magari ci legge qualche pretendente al titolo e s’incuriosisce.

Le caratteristiche comuni a ogni “Fat French No Bull Cellar[s]” del pianeta sono:

— location insolite
— decor minimalista
— turisti giapponesi che fotografano con l’iPhone ogni portata
— piatti dai nomi espressionisti come “acqua e fumo”, “ritratto d’uovo” e “foglie della foresta”.

Ma Coren chiama anche in causa gli inviti omaggio, distribuiti ai giornalisti con apparente nonchalance ma strategici per assicurare agli infaticabili pr che nessuna persona normale riesca a entrare.

In passato chef come lo spagnolo Martín Berasategui hanno accusato l’organizzazione dei 50 Best di non avere budget per una classifica tanto ambiziosa, chiedendo, come oggi si farebbe con un Formigoni qualunque, di poter vedere le ricevute dei ristoranti”.

Per finire tocca alla tirannia dei menu degustazione, con un numero di portate che arrivano a 40 o 50 senza che al cliente venga data la possibilità di scegliere cosa mangiare.

“Arrivato alla portata n.32 non puoi più mangiare, stai sudando […] il culo ti duole, sei seduto da quasi quattro ore e tutto ciò che sogni è un letto (lo toccherai solo dopo 90 minuti di taxi verso un orrendo, minuscolo hotel in prossimità dell’unico aeroporto nel raggio di chilometri), ma non sei ancora arrivato al pezzo forte del menù”.

Avete riconosciuto nella descrizione qualche ristorante 50 Best dove siete stati?

[Crediti | Link: Dissapore, Eater]