Sette vite come i gatti che diceva di aver mangiato: Beppe Bigazzi torna alla Prova del Cuoco

Sette vite come i gatti che diceva di aver mangiato: Beppe Bigazzi torna alla Prova del Cuoco

“A berlingaccio chi non ha ciccia ammazza il gatto”. Come dire: di giovedì grasso, in assenza di meglio, si pappa la carne del micio.

Tre anni fa, per aver citato questo proverbio durante La Prova del Cuoco, Beppe Bigazzi, venerabile esperto di cose gastronomiche secondo alcuni, simpatico ciarlatano che vende gatto per lepre (aridaje) per altri, fu ignominiosamente cacciato dal programma di Antonella Clerici, all’epoca condotto dalla bella Elisa Isoardi.

In altre parole, il riferimento al periodo in cui i contadini toscani più poveri festeggiavano il Carnevale mangiando i gatti al posto di altri animali domestici, con l’ingenua aggiunta che anche lui aveva assaggiato quella “carnina“, gli costò il posto in Rai.  

Fuori, fuori l’assassino dei gatti“, fu l’indignato grido degli animalisti che, convinto il pubblico, lo stesso che non disdegnava di mangiare polli e galline, o di spalmare con golosità sui crostini il paté di fegato delle oche, ingrassato forzatamente (non c’era ancora la crisi), ottennero la cacciata del settantasettenne (presunto) gastronomo.

Pur provando per Bigazzi la stessa simpatia di una cartella esattoriale, a Dissapore tutto quello scandalizzato clamore sembrò sproporzionato.

Ma ora Bigazzi ha scontato i suoi peccati.

I vertici di viale Mazzini lo hanno perdonato, ormai è ufficiale, ci sarà anche lui nella nuova edizione della Prova del Cuoco, che inizierà lunedì 9 settembre su Rai Uno.

A darne il lieto annuncio è stata Antonella Clerici in persona, che in un’intervista a Tv Sorrisi e Canzoni si è dichiarata molto felice dell’ecumenico perdono, per il quale –ettepareva–  lei si è sempre pubblicamente battuta.

“Penso che la sua, tre anni fa, sia stata una gaffe, una battuta uscita male, perché conosco il suo amore per gli animali. E poi oramai ha 80 anni e tutto cade in prescrizione, è giusto dargli una possibilità”.

Già, è giusto.

[Crediti | Link: Dissapore, La Stampa]