Cafonismi da ristorante: ferite mai chiuse riaperte dai Google Glass

Cafonismi da ristorante: ferite mai chiuse riaperte dai Google Glass

Niente di sacro tranne il cibo: il claim di Dissapore parla chiaro. Nel bene e nel male. Qui dentro la categoria dominante sono i “maniaci del gusto”. Quelli per cui la sacralità va ricercata anche nel sano convivio a tavola. Bene, da qualche giorno abbiamo un nuovo nemico: il possessore di Google Glass.

Nemico potenziale, l’invasione italiana dei famigerati occhiali computerizzati può attendere. Ma a Seattle ne hanno già colpito uno (e forse educati 100) allontanando un ingegnere da un ristorante. Motivo? I Google Glass che indossava avrebbero “leso la privacy” degli altri clienti. [related_posts]

Che poi è come dire: i cafonismi da ristorante come contrappasso del progresso.

Ma non se ne parla proprio, il cafone da ristorante va stanato e fermato prima che sia troppo tardi, passiamo all’azione. Ognuno di noi potrà facilmente riconoscere persone e comportamenti in questo elenco gravemente incompleto, e forse se non ancora accecato dall’autostima, potrà trovare somiglianze con se stesso.

Maschi alfa e smartphone.
D’accordo, non tutti i proprietari di smartphone. Ma la categoria comprende svariati casi umani che ahimé s’incontrano sempre più sovente. Gli emuli di Raniero in Viaggi di Nozze, specie di maschi alfa riecheggianti gli urlatori (il famoso movimento canoro dei primi Sessanta) che trascinati gli amici al ristorante –maschi ipertatuati e in canotta con aspiranti veline abbigliate in minigonna inguinale e stivali flosci sulla pelle nuda– rispondono imperterriti a chiamate oceaniche.

Citazione obbligata per gli specialisti del selfie, che praticano l’autoscatto con l’insalata di tonno o con lo chef, e per i foodblogger che valorizzano le goccioline d’olio con l’angolazione giusta mentre ti si raffredda lo spezzatino.

Il lamentoso e l’altoparlante.
Chi si lamenta con i camerieri sentendosi nel pieno diritto di farlo perché, hey, lui il conto lo paga. Si riconosce dall’attacco, sempre lo stesso: “scusa, ho tanti amici camerieri ma…”, e giù una raffica di piagnistei, dalla carne bruciata al caffè avvelenato alle sedie scomode.

A proposito di alzare la voce, che vi ha fatto “l’altoparlante”? Colui che narra la sua interessantissima biografia con tono di voce da operetta informando la parte opposta della sala sul ritmo delle sue copule.

Coppie scoppiate.
Anche qui, non tutte le coppie. Ma gli amorazzi espliciti, i baci con risucchio e i piedini vogliosi entrano di diritto tra le cose che rovinano la cena. E il loro contrario, le litigate. Sante persone, non si discute ad ampio raggio in pubblico, se proprio dovete fatelo a casa vostra.

L’elenco non sarebbe completo se non citassimo le coppie che cenano in completo silenzio. Silenzio rancoroso beninteso, tipico di chi ha poco da dirsi o vorrebbe essere altrove. Sarò ipersensibile alle coppie (passivo-aggressiva?) ma molte mi tolgono l’appetito.

Schizzinosi
Casistica ampia. L’inappetente: il cibo non lo mangia, al massimo ci giocherella. Il salutista: descrive accuratamente gli effetti del grasso sulle arterie mentre ti mangi il supplì. I vegani che sfoderano le raccapriccianti “carcasse di cadaveri” mentre sei al primo morso di hamburger.

Potrei continuare all’infinito ma temo che più di un maschio alfa conosca il mio indirizzo. Da ora in poi l’identikit del cafone più pericoloso per l’armonia di una serata al ristorante è affar vostro.

[Crediti | Link: YouTech]